Concessi gli arresti domiciliari alla giudice del tribunale di Latina Giorgia Castriota e al compagno Silvano Ferraro, collaboratore nell'ambito di procedure di amministrazione giudiziaria, che sono finiti in carcere nell'ambito di un'indagine della Procura di Perugia nella quale sono stati contestati a vario titolo i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari ed induzione indebita a dare o promettere utilità. Lo ha deciso il tribunale del Riesame del capoluogo umbro.
Ai giudici, i difensori dei due - gli avvocati Gianluca Tognozzi, Leone Zeppieri e Giuseppe Valentino - avevano chiesto l'annullamento della misura cautelare o in alternativa una meno afflittiva per i loro assistiti.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti di Perugia, Castriota avrebbe ricevuto «sistematicamente» utilità quali denaro, poi gioielli, orologi, viaggi e un abbonamento in tribuna d'onore allo stadio Olimpico dopo avere conferito irregolarmente incarichi di collaborazione nell'ambito di procedure di amministrazione giudiziaria di beni sequestrati.