Sgombero Di Silvio, urla e proteste in Comune in diretta Facebook

Un fotogramma del video diffuso su Facebook
di Marco Cusumano
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Mercoledì 6 Giugno 2018, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 16:45
Dopo lo sgombero dalla casa popolare occupata abusivamente in via Londra, Mafalda Di Silvio si è presentata, ieri mattina, negli uffici dei sevizi sociali del Comune di Latina per incontrare l'operatrice che si occupa del suo caso. Un incontro che sarebbe rimasto riservato, se la donna non avesse deciso, incredibilmente, di diffonderlo in diretta Facebook visibile a chiunque. Con un telefono nascosto, probabilmente affidato alla figlia, è stata ripresa tutta la conversazione, circa dieci minuti.

L'incontro si è concluso tra urla e insulti, come avvenuto il giorno precedente dopo lo sgombero dalla casa Ater in via Londra. L'operatrice del Comune, naturalmente all'oscuro della diretta Facebook, ha mantenuto un comportamento inappuntabile. Prima ha domandato come la donna si era organizzata dopo lo sgombero del giorno precedente. Lei ha risposto che si era arrangiata dormendo dal nonno, ma poi ha subito perso le staffe. «Ma che dobbiamo parlare di questo?».

La conversazione si è irrigidita: la Di Silvio ha accusato l'operatrice di averla in qualche modo tradita, organizzando lo sgombero e lasciandola in mezzo alla strada. In realtà lo sgombero (arrivato dopo 7 accessi inutili) è stato disposto dal giudice ed effettuato dopo una battaglia legale durata anni. Le opposizioni della famiglia Di Silvio non hanno avuto successo, ma in ogni caso è stata verificata la possibilità di una sistemazione alternativa presso alcuni parenti a Roma. Solo dopo tale verifica, per evitare il rischio che la famiglia restasse realmente in mezzo alla strada, si è proceduto con lo sgombero.

Ma ieri, negli uffici comunali, la conversazione ha preso ben presto una piega poco costruttiva. Guardando il video sembra proprio che l'intenzione fosse quella di discutere. «Che cosa ho fatto, ho ammazzato qualcuno?» continuava a ripetere la Di Silvio senza far parlare l'operatrice. Quando poi è emersa la possibilità di una casa trovata tramite agenzia, è scoppiato il putiferio.

«Voi mi dovete aiutare - ha iniziato a urlare la Di Silvio - con il cognome che porto la casa non me la dannoooo! Mi state prendendo per il c... Se è questa la soluzione mi alzo e me ne vado!». E così ha fatto sbattendo i pugni sulla scrivania e urlando ancora di più. Poi, in ascensore, si è rivolta al telefono per parlare al suo pubblico di Facebook: «Avete sentito? Andiamo avanti, continuiamo le nostre battaglie!». 

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