La seconda risposta fornita da Munari riguarda la bonifica. «Dalla verifica documentale - scrive il perito - nonché dai riscontri di campo, è emerso che le opere di bonifica, segnatamente il “polder” di cinturazione delle discariche, non sono state né correttamente realizzate, né idoneamente collaudate, né dotate di presidi funzionali al monitoraggio ambientale delle stesse».
L’udienza prevista per oggi potrebbe essere rinviata per dare la possibilità alle parti di studiare la perizia appena depositata. Sotto accusa Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, vertici di “Ecoambiente”, e l’imprenditore Nicola Colucci. I tre non avrebbero provveduto alla impermeabilizzazione degli invasi nonostante fossero a conoscenza dei rischi. Il percolato sarebbe così uscito dagli invasi colpendo la falda acquifera sottostante. Il perito sottolinea inoltre che le analisi sul percolato sarebbero state falsate tramite una sorta di diluizione nell’acqua. Infine la protezione delle vasche sarebbe stata inefficace perché effettuata con iniezioni di cemento, una tecnica non adatta al tipo di terreno.
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