Il futuro del teatro D'Annunzio, l'assessore Di Francia: «No alla privatizzazione»

Il futuro del teatro D'Annunzio, l'assessore Di Francia: «No alla privatizzazione»
di Andrea Apruzzese
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Sabato 29 Dicembre 2018, 12:54
Niente più privatizzazione del teatro comunale D'Annunzio a Latina: «Non è nel programma della mia maggioranza». Una scelta del nuovo assessore alla Cultura, Silvio di Francia, da sei mesi subentrato ad Antonella Di Muro che, un anno e mezzo fa, guidò la strada verso una privatizzazione (o sarebbe meglio dire una gestione esternalizzata), indirizzo approvato in Consiglio comunale il 12 luglio 2017. «Non abbiamo fondi per gestirlo», disse allora la Di Muro, snocciolando le cifre: personale (128mila euro), manutenzione (245mila euro), costi vari (335mila euro, che includono anche i 250mila euro di cachet delle compagnie), per un totale di 708mila euro a fronte di 500mila euro di ricavi. Per questo, la maggioranza di Latina bene comune votò quella delibera di indirizzo, per affidare in concessione, a un gestore esterno, con bando pubblico, l'organizzazione della struttura, la promozione e comunicazione delle attività complessive, i servizi al pubblico (biglietteria, guardaroba, bar caffetteria) e la programmazione: introiti tutti al gestore esterno, ma, in caso di sbilancio, sarebbe stato il Comune a compensare. Tutto cancellato, ora, nelle parole del neo assessore, Silvio Di Francia, ieri, in Consiglio comunale, durante l'intervento sulla variazione di bilancio da 125mila euro sugli eventi di Natale.

Scoppia la polemica dell'opposizione, sulla cancellazione, da parte di un assessore, di un indirizzo dato dal Consiglio. Non è però tutto. A margine del Consiglio, a fronte delle domande dei giornalisti, Di Francia ammette che «non ho ancora condiviso con nessuno, non ne ho parlato con Latina bene comune, ma con figure che ruotano attorno al mondo del teatro, a Latina e Roma». Precisa: «Ritengo che sul destino del teatro debba aprirsi un grande dibattito pubblico», aggiungendo come «personalmente ritengo che l'essenza di un teatro comunale debba essere pubblica: il D'Annunzio è il teatro della città e prima di privatizzare, bisogna pensarci non una ma 100 volte. Ma si può discutere di diverse forme, a partire da un partenariato. Dalla Regione, uscita dal commissariamento della sanità, si possono poi recuperare fondi per la cultura e il teatro, ad esempio consorziando in un teatro dei teatri quelli di città limitrofe».

Di Francia tocca poi il tema della riapertura e dei lavori in corso per l'ottenimento delle certificazioni (tra le variazioni di bilancio approvate ieri ne figura anche una da 70mila euro per il rinnovo della rete degli idranti antincendio): «Penso di poter recuperare già a febbraio gran parte della programmazione che era stata prevista per il D'Annunzio». E annuncia una «grande novità: nel prossimo Bilancio i fondi per la manutenzione del D'Annunzio saranno in un fondo specifico dedicato, e non nel calderone delle manutenzione degli edifici pubblici».
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