Latina, Di Francia commuove la platea «Il teatro riaprirà a novembre»

Latina, Di Francia commuove la platea «Il teatro riaprirà a novembre»
di Andrea Apruzzese
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Lunedì 27 Settembre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 10:48

Il teatro comunale D'Annunzio di Latina riaprirà con una nuova stagione teatrale a novembre, e si avvierà ad essere non un semplice contenitore di appuntamenti teatrali, ma come un più ampio centro di produzione inserito nei programmi culturali del capoluogo.


È il programma, illustrato ieri dal sindaco Damiano Coletta, ricandidato per Lbc e Pd, e dall'assessore alla Cultura Silvio Di Francia. È stato proprio quest'ultimo ad avviare, ieri mattina, i lavori di un tavolo di ascolto e confronto con gli operatori culturali della città, esordendo con un tema per lui molto delicato. Per la prima volta in pubblico, Di Francia ha voluto affrontare un problema di salute che lo ha colpito mesi fa (commuovendosi alla fine dell'intervento in un lungo abbraccio con il primo cittadino).

«Riapriremo il teatro a novembre con una nuova stagione - ha detto l'assessore - ma ricordo che un teatro che ha avuto una fondazione in bancarotta e neanche uno straccio di lavoro di manutenzione in 30 anni, era destinato a chiudere; noi lo abbiamo messo in sicurezza. Ora dovrà essere un centro di produzione, ma una amministrazione da sola potrebbe non farcela, ecco perché abbiamo avviato relazioni con la Regione Lazio, con la Camera di commercio, con privati: le cose matureranno nel tempo.

Una città come Latina, non deve subire gli eventi, ma deve rilanciarli. La pandemia, che ha colpito così duramente questo settore, ci ha insegnato che siamo legati gli uni agli altri e che solo questo legame può riscattarci dall'isolamento. Ho sentito altri parlare di quando qui venivano gli Alpini o Vasco Rossi, ma la nostalgia del passato non paga mai».

Il sindaco Coletta ha ricostruito il lavoro fatto finora, «attraverso bandi che hanno consentito a tante realtà associative di esprimersi; la riqualificazione del Museo Cambellotti che ha oggi una sua dignità; la rete delle Città di fondazione, la riqualificazione della Biblioteca». Sul teatro, ha detto che «vediamo la luce in fondo al tunnel: ormai era talmente ammalorato dalla mancata manutenzione di 30 anni che ci pioveva dentro, ci abbiamo investito 1,2 milioni di euro di interventi. Oggi puntiamo a una gestione autonoma, in questo chiamiamo a raccolta la città, come una forma di rivincita per aver dovuto pagare questo dazio pesantissimo della lunga chiusura. La cultura attirerà il turismo e viceversa. Oggi il nostro obiettivo è ambizioso: creare una modalità di gestione del teatro come contenitore di spettacoli ma anche di produzione della cultura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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