Assolti Malvaso e Lusena, inchiesta "Olimpia" a pezzi

Assolti Malvaso e Lusena, inchiesta "Olimpia" a pezzi
di Elena Ganelli
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 13:34

La Corte di appello di Roma ha messo una pietra tombale sull'intero processo "Olimpia". La terza sezione penale ha infatti confermato le assoluzioni nei confronti dell'imprenditore ed ex consigliere comunale di Forza Italia Vincenzo Malvaso e della dirigente del Comune di Latina Elena Lusena, chiamati a rispondere originariamente insieme ad altri 35 imputati di associazione a delinquere, falso e abuso d'ufficio.

Malvaso e Lusena, assistiti rispettivamente dagli avvocati Renato Archidiacono e Leo Mercurio, avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato e il 3 luogo 2020 il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Giorgia Castriota aveva assolto entrambi perché il fatto non sussiste a fronte di una richiesta di condanna da parte del pubblico ministero Giuseppe Miliano titolare dell'indagine, a quattro e cinque anni di reclusione. Un pronunciamento contro il quale il pm aveva proposto appello. Ma ieri mattina in sede di processo di secondo grado è stato proprio il Procuratore generale Luisanna Figliolia a rinunciare all'appello considerando valida la sentenza di primo grado del gup di Latina e confermando definitivamente l'assoluzione da ogni imputazione per entrambi. Una decisione che non potrà non produrre effetti anche sul processo in corso davanti al Tribunale di Latina, processo che risulta già da tempo compromesso per numerose ragioni.

L'indagine della Procura di Latina si era sviluppata su tre diversi filoni di inchiesta: quello sui favori alla società sportiva Latina calcio; quello relativo ai sei Piani particolareggiati approvati con incremento di cubature senza approvazione del Consiglio comunale e infine quello sulla concessione di appalti e incarichi a ditte e imprenditori amici, senza gara. Le indagini avevano portato a novembre 2016 ad una serie di arresti clamorosi tra i quali Pasquale Maietta, Paola Cavicchi, l'ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, l'ex assessore all'Urbanistica Giuseppe Di Rubbo, dirigenti comunali e imprenditori ai quali veniva contestata l'associazione a delinquere, ipotesi di reato che il Tribunale del Riesame aveva escluso almeno per gli ultimi due filoni investigativi annullando quindi l'ordinanza di custodia cautelare.

Il castello accusatorio ne era uscito pesantemente ridimensionato e a fare il resto ci hanno pensato i tempi lunghi della giustizia: il rinvio a giudizio è arrivato soltanto nel luglio 2020 e per chiudere questo passaggio sono state necessarie ben 23 udienze preliminari.

Da allora è trascorso un altro anno prima che partisse il processo davanti al Tribunale e ad aprile 2021 è stato lo stesso pubblico ministero Miliano a chiedere la dichiarazione di prescrizione di alcuni reati tra i quali quelli legato alla vicenda di via Quarto e all'autorizzazione per costruire una palazzina mai nata: essendo alcuni reati accertati nel 2014 non potevano più essere perseguibili così il Tribunale ha accolto l'istanza e pronunciato la sentenza di non luogo a procedere. E' stato lo stesso Tribunale, accogliendo le eccezioni presentate dai legali di Pasquale Maietta, a stabilire l'inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche a carico dell'ex presidente del Latina calcio essendo state effettuate quando l'imputato ricopriva la carica di deputato senza che venisse richiesta l'autorizzazione ai competenti organismi parlamentari.
E a breve arriverà la formalizzazione dell'avvenuta prescrizione per gran parte dei reati contestati alle 29 persone ancora imputate: la prossima udienza è fissata per il 12 settembre e quel giorno il Tribunale dovrà deciderà al riguardo. Ora, in virtù in dell'assoluzione di Malvaso e Lusena anche gli altri imputati potrebbero essere a loro volta assolti. Di "Olimpia" insomma non resta davvero nulla.
 

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