La giudice Giorgia Castriota arrestata per corruzione, una settimana fa incontrò gli studenti per parlare di legalità

Soldi, gioielli e biglietti per lo stadio in cambio di incarichi a professionisti "vicini"

La giudice Giorgia Castriota arrestata per corruzione, una settimana fa incontrò gli studenti per parlare di legalità
di Marco Cusumano
5 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Aprile 2023, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Appena cinque giorni fa era stata invitata in una scuola per parlare di legalità davanti a centinaia di studenti, seduta accanto ai vertici delle forze dell'ordine. Da ieri è invece rinchiusa nel carcere di Rebibbia, a Roma, con la pesante accusa di corruzione. La giudice Giorgia Castriota, 45 anni, è accusata di aver affidato incarichi professionali a persone a lei vicine in cambio di soldi, gioielli, orologi, viaggi ma anche un abbonamento in tribuna d'onore allo stadio Olimpico di Roma.

L'indagine ha portato all'arresto del commercialista Silvano Ferraro (anche lui in carcere) e di Stefania Vitto (agli arresti domiciliari). La misura cautelare, eseguita ieri mattina, arriva al culmine di un'inchiesta che potrebbe avere ulteriori sviluppi eclatanti, visto che risultano indagati almeno altri due professionisti. La Guardia di Finanza di Perugia sta effettuando diverse perquisizioni e il giro della corruzione potrebbe allargarsi notevolmente coinvolgendo nomi di spicco.

In tribunale, a Latina, non si parla d'altro così come accadde nel 2015 dopo i clamorosi arresti nell'ambito dell'indagine su Lollo. Anche stavolta è un giudice a essere sotto accusa ma, a differenza di Lollo, si tratta di un magistrato della sezione penale con un delicato incarico nell'ufficio Gip/Gup dove si decidono le misure cautelari in carcere e le condanne con rito abbreviato, ormai sempre più frequenti, specialmente per i reati più gravi.

Il giudice di Perugia (competente per i reati commessi dai magistrtai del Lazio) che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare descrive «un chiaro quadro di accordo corruttivo e di vendita della funzione» a favore di persone vicinissime alla Castriota che, in cambio dei redditizi incarichi di amministratore giudiziario, davano al magistrato un "contributo mensile" e altri regali.

In sostanza, secondo l'accusa, una parte del denaro liquidato dal giudice per l'adempimento degli incarichi, tornava indietro alla stessa Castriota secondo un collaudato sistema di corruzione.

Un meccanismo organizzato nei minimi dettagli che si articolava non solo attraverso il pagamento in denaro, ma anche con altri regali. Il caso è emerso grazie alla denuncia del rappresentante legale di diverse società del settore della logistica finite sotto sequestro nell'ambito di un'indagine per reati tributari. C'è poi un aspetto sul quale il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, pone particolare attenzione. Oltre alle accuse che hanno portato agli arresti, gli investigatori lavorano su alcune iniziative per «portare le società al fallimento e nominare curatori gli stessi professionisti, con lo scopo di mantenere il controllo sulla procedura e non perdere la fonte di guadagno oltre a quello di tutelare se stesso da ingerenze esterne e da eventuali soggetti estranei che avrebbero potuto evidenziare le criticità o la "mala gestio" dell'amministrazione giudiziaria». La Procura descrive un sistema "chiuso" a protezione delle persone coinvolte e soprattutto di un business enorme, basato sulla corruzione, in grado di muovere fiumi di denaro.

In merito all'indagine, iniziata circa un anno fa, il giudice parla di «un quadro granitico di gravità indiziaria», il che lascia presupporre un confronto aspro in sede di eventuale (e probabile) Riesame tra accusa e difesa. Ma intanto l'inchiesta va avanti e il tribunale di Latina finisce ancora nell'occhio del ciclone per un grave caso di corruzione giudiziaria.

SIMBOLO DI LEGALITA'
Giorgia Castriota, 45 anni, è cresciuta a Cosenza dove ha studiato. A Latina è arrivata nl 2016 come giudice monocratico e poi è diventata gip. Con questo ruolo delicatissimo ha seguito indagini molto importanti come l'inchiesta “Dune” su un sistema di corruzione nell’amministrazione comunale di Sabaudia su appalti pubblici e concessioni balneari dei chioschi- Si è occupata anche di “Free Beach” augli appalti del Comune di Terracina e prima ancora di "Olimpia" a Latina. Tra le più importanti indagini da lei seguite sui reati di corruzione, concussione, peculato c'è sicuramente "Omnia" che, nel 2021, scoprì lo scandalo nella gestione del cimitero di Sezze. Sua anche l'ordinanza sul fallimento della Latina Ambiente, con 26 persone indagate.

 


IL PRECEDENTE
Il tribunale di Latina ha già vissuto un terremoto giudiziario con l'arresto di un magistrato per corruzione. Era il 20 marzo 2015 quando, su disposizione del Tribunale di Perugia, Antonio Lollo, giudice nella sezione fallimentare del Tribunale di Latina, fu arrestato insieme ad altre sette persone. Il gruppo finito sotto accusa era composto da tre commercialisti, un ufficiale della Guardia di Finanza e una cancelliera del Tribunale. Gli investigatori portarono alla luce un enorme sistema di corruzione, guidato dal giudice Lollo, per pilotare i fallimenti. Il magistrato, secondo l'accusa, in cambio di costosi regali, come orologi, scooter e soprattutto consistenti somme di denaro, affidava a suo piacimento incarichi a commercialisti pilotando lo svolgimento delle aste disposte dal Tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione nelle procedure concorsuali.

L'indagine destabilizzò l'ambiente giudiziario di Latina, provocando anche una forte polemica quando fu deciso di non affidare più incarichi a professionisti di Latina e provincia, penalizzando di fatto un'intera categoria.
Gli investigatori verificarono anche alcuni tentativi di accedere abusivamente al sistema informatico del registro generale della Procura di Latina in modo da consentire ad alcuni indagati di conoscere lo stato delle indagini a loro carico.

Il principale imputato, Antonio Lollo, è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione. L'ex giudice tentò di scontare la pena con l'affidamento in prova ai servizi sociali, una richiesta bocciata definitivamente dalla Cassazione che evidenziò «l'assenza di segnali convincenti di revisione critica del passato, a prescindere dalla confessione finalizzata ad ottenere un trattamento sanzionatorio più mite». Lollo era stato posto agli arresti domiciliari il 6 agosto 2020 per la condanna che terminerà di scontare tra circa due mesi. La condanna arrivò l'8 febbraio 2018 e fu emessa dal gip di Perugia: tre anni e sei mesi.

In tribunale ci sono ancora degli strascichi giudiziari legati all'inchiesta sul sistema di corruzione legato ai fallimenti pilotati. Mentre il filone principale del processo si è celebrato a Perugia, a Latina è ancora in piedi il procedimento a carico di sei persone per reati commessi in concorso con il commercialista Marco Viola, già processato e condannato davanti ai giudici del tribunale di Perugia.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA