Milos Radonjic, campione di vela arrestato prima della Barcolana: è accusato di traffico internazionale di droga

Era in Italia per partecipare alla popolare regata di Trieste: il mandato di arresto arriva dagli Stati Uniti

Milos Radonjic, campione di vela arrestato prima della regata a Trieste: è accusato di traffico internazionale di droga
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Era venuto a Trieste per partecipare alla Barcolana, la regata più numerosa al mondo, in qualità di armatore e skipper di Maxi Jena, un racer di 24 metri noto nel mondo della vela perché ottima barca. Però Milos Radonjic, del Montenegro, di 33 anni, non ha potuto essere in acqua l'8 ottobre: due giorni prima la Polizia di Frontiera Marittima e la Squadra Mobile di Trieste sono andate a prenderlo in albergo in esecuzione di un mandato di arresto internazionale emesso il 15 settembre dal Distretto Est di New York per traffico internazionale di droga. A bordo c'era il fratello, Markos, tattico, e il resto del team.

Convalidato l'arresto, Radonjic è rimasto nel carcere di Trieste e, dopo l'interrogatorio, è stato trasferito nella struttura di massima sicurezza di Tolmezzo (Udine).

Davanti alla Corte di Appello di Trieste, il 10 ottobre, Radonjic si è difeso sostenendo di essere solo un omonimo del trafficante. Ma le autorità statunitensi, invece, lo ritengono un pericoloso boss del clan Kavac che tre volte ha organizzato e tentato di portare in Europa un carico complessivo di 2.602 chilogrammi di cocaina da imbarcare su una «nave coperta» battente bandiera maltese dall'Ecuador o dalle acque al largo della Colombia.

I precedenti

Su Milos Radonjic, 33 anni, «The pirate of unknown», sono state allora avviate indagini che hanno confutato l'ipotesi di omonimia: passaporto, cellulare e accertamenti dattiloscopici raccolti dal Hsi, l'Homeland Security Investigations negli Usa, comparati con quelli raccolti a Trieste, attestano il contrario: è la stessa persona. Radonjic non è un bandito qualunque: in lotta con il clan degli Skaljari, è sfuggito a quattro attentati a colpi di mitraglietta, benché ferito gravemente in due occasioni riuscì a mettersi in salvo. Anzi, in Spagna fu arrestato uno dei suoi aggressori. Lui stesso però non sfuggì all'arresto in Croazia (fu poi estradato in Montenegro) per detenzione illegale di armi ed esplosivi. Professionisti del crimine: Radonjic e la sua banda comunicavano attraverso applicazioni come Sky-Ecc, Signal, iMessage e Facetime.

La richiesta di estradizione

Si apre ora la partita con gli Usa: da oltreoceano dovrebbe giungere la formale richiesta di estradizione. Ma l'avvocato di Radonjic, Alexandro Maria Tirelli, che è anche presidente delle Camere penali internazionali - con la collega Federica Tartara - intende dare battaglia. Gli Usa «non ci consegnano un uomo che in Italia ha violentato la figlia per anni, non ci consegnano Chico Forti ma chiedono l'estradizione di Radonjic. Così viene meno lo spirito di collaborazione bilaterale che conforma ogni trattato internazionale». Forti, di 64 anni, è un produttore televisivo italiano arrestato nel 1998 per l'omicidio di Dale Pike.

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