Trattori, la protesta degli agricoltori punta su Roma: «Circonderemo la Capitale»

L’ala oltranzista della categoria si mobilita: «Le sigle non ci rappresentano»

Trattori, la protesta arriva a Roma: «La prossima settimana saremo nella Capitale, ci saranno dei disagi»
di Claudia Guasco
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:01

I trattori muovono verso la Capitale. La protesta degli agricoltori italiani, corroborata dalle manifestazioni che da giorni agitano l’Europa, nei prossimi giorni arriverà a Roma. Non ci saranno blocchi, premettono gli organizzatori del Comitato agricoltori traditi, ma questo non limiterà i disagi. Con migliaia di adesioni previste e trattori ammassati fuori città, la battaglia ingaggiata dai lavoratori del settore sale di livello: non più solo presidi in ordine sparso, diffusi sul territorio e organizzati dal passaparola, adesso si passa a una mobilitazione generale che punta dritto alle istituzioni. Perché «il governo non ci ascolta e le sigle non ci rappresentano più», sostiene l’ala oltranzista.

DECALOGO
Ieri quarto giorno di presidio all’uscita del casello autostradale A1 Valdichiana a Bettolle, in provincia di Siena, una marcia di 50 mezzi ha percorso la statale Appia nel Casertano mentre gli agricoltori e i pastori sardi hanno trascorso la terza notte al porto di Cagliari.

Clacson a tutto spiano, fischi, luci di posizione accese e cielo illuminato dai fumogeni. La filiera agroalimentare allargata italiana occupa 4 milioni di persone con un fatturato aggregato che nel 2023 ha superato i 600 miliardi di euro, chi coltiva i campi e alleva bestiame ritiene che il proprio lavoro non sia trattato con dignità. Per gli aderenti a Coldiretti da Bruxelles e per gli altri manifestanti nemmeno dal governo italiano. I produttori agricoli autonomi che protestano si sono riuniti sotto due sigle, il Comitato agricoltori traditi e il coordinamento Riscatto agricolo che ha diffuso un manifesto in dieci punti. «Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti – affermano – Oggi la maggior parte è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi e questo, purtroppo, perdura da decenni. Non vogliamo contributi, chiediamo solo rispetto del giusto prezzo». L’elenco delle richieste comprende la revisione del Green deal europeo, ossia il patto verde per raggiungere la neutralità climatica 2050, l’eliminazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni, la detassazione di Irpef e Imu, il mantenimento delle agevolazioni per il carburante agricolo, l’eliminazione dell’Iva su alcuni prodotti alimentari primari, il contrasto ai cibi sintetici. «Le politiche europee ci stanno danneggiando, ci garantiscono una miseria per non lavorare e intanto le nostre aziende vanno in rovina», lamentano gli agricoltori sardi. «Vogliono importare farina di grillo e carni sintetiche - contestano - di questo passo diventeremo anche noi animali da laboratorio».

ESENZIONE IRPEF
Le istanze sono comuni, ma il fronte agricolo è diviso al suo interno sulle modalità. Accanto agli intransigenti che puntano su Roma ci sono sigle più dialoganti, come Coldiretti, che stanno trattando con il governo. Un risultato potrebbe arrivare sulla questione Irpef. Con la legge di bilancio 2024 l’esecutivo non ha confermato l’esenzione dall’imposta in vigore dal 2017, dunque gli agricoltori dovrebbero tornare a pagare l’aliquota ordinaria. «Ritengo che il governo interverrà prossimamente per cercare di limitare questo intervento soltanto a chi ha grandi estensioni e si può quindi permettere di pagare l’Irpef come tutti gli altri cittadini italiani», anticipa l’eurodeputato FdI Carlo Fidanza. Si riflette sulla possibilità di un emendamento al decreto Milleproroghe in discussione alla Camera, considerando però che il costo totale dell’esenzione Irpef, 250 milioni, sarebbe molto oneroso per lo Stato rispetto all’effettiva ricaduta su medie e piccole imprese. In sintesi, si procederà solo se verranno reperite le risorse necessarie. Intanto dopo l’assedio a Bruxelles, in Belgio si moltiplicano i blocchi ai centri di distribuzione dei supermercati e gli scaffali si svuotano, mentre la protesta si sposta al confine con l’Olanda e si placa in Francia. I sindacati che raccolgono la maggioranza della categoria hanno lanciato un appello a sospendere i blocchi stradali a seguito dell’annuncio del premier Gabriel Attal, che ha promesso una quindicina di misure a sostegno dell’agricoltura.
 

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