«Più che un focolaio, è stato un altoforno. In pochi giorni sono morte più della metà delle persone presenti in una struttura». Così il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, nella conferenza stampa sull'arresto dei due soci titolari e gestori della casa di riposo per anziani di Marsicovetere, in indagini condotte dai carabinieri del Nas di Potenza e della compagnia di Viggiano e coordinate dalla Procura di Potenza. Tra la fine di settembre e la metà di ottobre sono 22 in tutto le persone morte, di cui 17 ospitate a Marsicovetere e 5 in un'altra struttura a Brienza. Oltre all'affollamento della struttura e alla mancanza di dpi, Curcio ha rimarcato che «otto inservienti su 10» anche se positivi prestavano assistenza agli anziani che non erano positivi, e in questo modo «continuavano a infettare».
Il focolaio di Brienza è la conseguenza diretta del vasto focolaio della casa alloggio di Marsicovetere perché una paziente fu trasferita nell'altra struttura senza fare il tampone e si sono poi verificati i casi di Covid-19.
Badante salva due anziani dall'incendio della loro casa e muore tra le fiamme a Battipaglia
La struttura è stata messa sotto sequestro il 2 ottobre, dopo la morte di cinque anziane. Dopo il provvedimento giudiziario, gli ospiti della casa di riposo di Marsicovetere, in quel momento 35 di cui 33 positivi, sono stati presi in carica dall'azienda sanitaria della provincia di Potenza (Asp) e trasferiti presso una struttura sanitaria a Potenza. Il numero dei decessi, però, ha continuato a crescere. Le indagini si sono svolte con intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione controllo e pedinamento, ispezione dei luoghi, acquisizione di cartelle cliniche e documentazione sanitaria e consulenze tecniche. Sono stati ascoltati i parenti degli anziani ospiti e i dipendenti della casa alloggio. In questo modo sono stati raccolti i gravi indizi per 22 omicidi colposi, epidemia colposa e pure per circonvenzione d'incapace.