Conte presenta la manovra e frena sul no al Mes. Le misure dall'assegno unico alle imprese

Manovra, Conte: primo tassello riforma Fisco. Gualtieri: nel 2021 70 miliardi per la ripresa
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 06:23

Assegno unico per i figli, risorse per la Sanità e il trasporto scolastico, un nuovo ciclo di cassa integrazione, misure di sostegno per favorire la liquidità delle imprese, primi interventi per una riforma organica del FiscoQuesti alcuni dei punti cardine della manovra illustrati dal premier Conte e dal ministro del Tesoro Gualtieri in conferenza stampa. La manovra «ha due obiettivi, sostegno e rilancio dell'economia, abbiamo elaborato un progetto che guarda a restituire fiducia e sviluppo al paese», ha detto il presidente del Consiglio. Gualtieri: «È una manovra importante e ambiziosa che offre un forte impulso per la ripresa e punta sugli investimenti». «Per il 2021 il governo mobilita circa 70 miliardi di risorse per la ripresa» tra quelle già stanziate con i decreti durante l'emergenza e quelle della manovra. 

Assegno unico per i figli

Con la manovra «mettiamo le risorse per far partire dal 1 luglio l'assegno universale per le famiglie con figli, che potrà arrivare fino a 200 euro al mese per figlio per tutte le tipologie di famiglie», ha spiegato il titolare dell'Economia.

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Sostegno alle imprese

«Abbiamo deciso - ha proseguito - di estendere tutte le misure per la liquidità, dalla moratoria dei prestiti, alle misure del fondo centrale di garanzia e Sace, al patrimonio Pmi, così importanti per sostenere le imprese.

Sono tutte prorogate fino al 30 giugno».

Autonomie

Circa 4,6 miliardi da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. È quanto prevede la prossima legge di Bilancio per procedere con la legge per l'Autonomia differenziata. Inizialmente il ministro Francesco Boccia aveva previsto le risorse all'interno del ddl, che era pronto per essere presentato ma è stato poi bloccato dall'emergenza Covid. Ora le risorse sono state incluse nelle tabelle della manovra e, viene spiegato, saranno a disposizione del Mezzogiorno, delle aree interne e delle aree di montagna non appena sarà approvata la legge sull'autonomia. 

Sanità e trasporto scolastico

«Complessivamente per la sanità» nel 2021 sono previsti «4 miliardi ulteriori, dopo oltre un miliardo» già stanziato con il decreto legge agosto, ha poi annunciato. Si tratta di «un capitolo comprensibilmente molto significativo».

Riforma del Fisco

Per il fisco «non vogliamo aggiustamenti marginali, ma una organica riforma dell'intero sistema fiscale e tributario, ci lavoreremo da subito e ci affideremo per i prossimi mesi a una legge delega per rivedere il sistema della riscossione, ridefinire il contenzioso tributario, riformare il processo tributario e anche per quel che riguarda l'Irpef e la riforma delle aliquote». Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare i contenuti della manovra. «Stanziamo ben 8 miliardi inserendoli in un fondo dedicato cui aggiungeremo risorse dalla lotta all'evasione e dal recupero dell'economia sommersa». L'obiettivo è «una revisione integrale dell'intero sistema per avere maggiore equità, trasparenza, efficienza e modernità, pagare tutti perché tutti possiamo pagare meno».

Il Mes

Quanto al Mes Conte fa una parziale frenata rispetto al "no" che sembravano significare le sue parole di ieri sera: «Non mi dovete fare la domanda... ieri ho risposto all'ennesima e ho fornito elementi di valutazione che ho messo sul tavolo. È un dibattito pubblico che si trascina da mesi, perché tutti si facciano un'opinione. Io non ho detto faremo così o così: ho chiarito perché il Mes non può essere la panacea di tutti i nostri problemi. Ho risposto a una domanda ma non vuol dire che è risolta ieri in conferenza stampa: ci sono le sedi opportune e ci sarà l'opportunità per parlarne». 

Il Mes «non sono 37 miliardi in più per la sanità», è un prestito che va coperto per attuare le misure e che consentirebbe risparmi per «300 milioni di interessi l'anno», ha spiegato inoltre il ministro dell'Economia. C'è «un dibattito in corso» e bisogna chiedersi se è meglio «essere l'unico paese europeo che lo chiederà o se è meglio non essere l'unico e rinunciare a questi 300 milioni. È un dibattito che può proseguire ma se ricondotto all'entità del problema può forse essere affrontato con maggiore serenità».

ll rapporto debito/Pil dell'Italia ci metterà un decennio per tornare ai livelli precedenti la pandemia, anche se è garantito un «elevato grado di sostenibilità del debito». È lo scenario tracciato dal Documento programmatico di bilancio, che contiene un'analisi di sostenibilità del debito, di solito proiettata in un arco triennale, estesa fino al 2031. «Riassorbire un aumento del rapporto debito/PIL quale quello previsto per quest'anno (oltre 23 punti percentuali) nell'arco di un decennio sarebbe un ottimo risultato», si legge nel Dpb: il documento riconosce l'argomentazione a favore di una correzione più rapida, ma considera anche che tuttavia «le regole fiscali europee saranno riconsiderate» e che se la ripresa sarà migliore del previsto si potrà considerare «un sentiero di ancor più accentuato miglioramento del saldo primario».

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