Non sarebbe stata un'overdose da eroina ad uccidere Attilio Manca, giovane urologo trovato morto nella notte tra l'11 ed il 12 febbraio 2004 a Viterbo. L'apparente suicidio nasconderebbe invece un'esecuzione mafiosa da parte degli uomini di Bernardo Provenzano, il boss all'epoca ancora latitante. La svolta è stata rivelata da un'inchiesta giornalistica del portale «Antimafiaduemila» con una intercettazione dei gregari del boss arrestato l'11 aprile 2006 in una masseria a Corleone. Era ricercato da 43 anni, dal 10 settembre 1963.
L'intercettazione choc: «Al medico fategli una doccia»
Nell'intercettazione avvenuta a fine 2003 gli uomini di “Binnu 'u Tratturi” come era chiamato Provenzano dissero che bisognava «fare una doccia» ad un medico, di cui non viene mai fatto il nome, per aver negato le cure al boss.
La famiglia Manca non si è mai arresa
A confermare la rilevanza di queste informazioni è l'avvocato della famiglia del medico morto, Fabio Repici. Per oltre 18 anni, i genitori di Attilio Manca si son battuti sulla morte sospetta del figlio e ora stanno valutando di presentare un nuovo esposto. Secondo la famiglia il medico, che aveva 34 anni quando morì, non si suicidò con un'overdose da eroina, aggravata dall'assunzione di uno psicofarmaco a base di benzodiazepine, ma proprio perché coinvolto a sua insaputa nelle cure a Bernardo Provenzano.