Viterbo, Ciancimino: "Vietato
parlare della latitanza di Provenzano"

Viterbo, Ciancimino: "Vietato parlare della latitanza di Provenzano"
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Giovedì 12 Dicembre 2013, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 16:24
VITERBO - Il vero problema che “non si deve parlare della latitanza di Bernardo Provenzano”, il capo della mafia arrestato nel 2006 dopo 40 anni di clandestinit.

A dichiararlo è Massimo Ciancimino, intervistato da Daniele Camilli per Radiocoop76, la web radio di Confcooperative Viterbo. Due gli argomenti trattati nell’intervista: la presenza delle organizzazioni criminali nella Tuscia e il caso Attilio Manca, l’urologo dell’ospedale Belcolle – originario di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina – trovato morto a Viterbo il 12 febbraio 2004.



La trasmissione andrà in onda domani mattina (13 dicembre) alle ore 11 su Radiocoop76 (www.radiocoop76.it) e in replica domenica. Sarà poi disponibile sul canale You Tube e la pagina facebook della Radio.



“Trattare – ha sottolineato Ciancimino riferendosi alla cosiddetta “trattativa Stato-mafia” – vuol dire arrendersi. La mafia si vince, con lei non si tratta”. Trattando, secondo Ciancimino, “lo Stato ha alzato bandiera bianca”.



Massimo Ciancimino, figlio di Vito – ex Sindaco di Palermo morto nel novembre del 2002 dopo essere stato condannato nel 1992 per associazione mafiosa e corruzione – è un testimone di giustizia con un ruolo importante nel panorama delle indagini sulla stagione stragista condotta da Cosa Nostra tra il 1992 e il 1993 “Tutto il Lazio è stato penetrato dalla mafia”, ha poi aggiunto Ciancimino che ha parlato infine degli incontri avvenuti a Roma tra il padre e Provenzano, così come delle ultime elezioni politiche svoltesi nel febbraio del 2013.
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