Caso Manca archiviato, Don Ciotti:
«Intervenga la Procura Antimafia»

Attilio Manca durante il militare (foto: Lietta Granato)
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Giovedì 22 Agosto 2013, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 16:57
VITERBO - Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera interviene sul caso Attilio Manca dopo l'archiviazione del Gip del tribunale di Viterbo dell'inchiesta avviata per definire i retroscena della morte dell'urologo di Barcellona, trovato senza vita nella sua abitazione di Viterbo nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 2004.

"Considerando la complessità della vicenda, in continuità e nel rispetto del lavoro già svolto dagli inquirenti - spiega don Ciotti - riteniamo che sia necessario che la Procura Nazionale Antimafia prenda in mano il caso per intraprendere ulteriori percorsi di ricerca di verità e giustizia cosi' come da anni chiedono i familiari di Attilio Manca. A noi come alla famiglia di Attilio non interessa avere un assassino a tutti i costi ma solo una verità giudiziaria che coincida con la verità dei fatti, una verità che dia risposte esaurienti ai tanti interrogativi sulle dinamiche di quella morte, su certe preoccupate telefonate di Attilio ai suoi familiari qualche giorno prima del rinvenimento del cadavere, di quel viaggio misterioso in Francia di qualche tempo prima e e le numerose coincidenze con le vicende legate alla latitanza di Provenzano. Nell'attesa di conoscere le motivazioni dei giudici di Viterbo noi continueremo a camminare accanto alla famiglia Manca nella loro richiesta di giustizia perché ad Attilio venga restituita la dignità della verità".



Ma per la Procura di Viterbo il caso, di fatto, è chiuso. In una conferenza stampa del giugno 2012 il procuratore capo Alberto Pazienti, fece riferimento anche a una richiesta del 10 gennaio di quell'anno da parte della Dda di Messina, aprocedere per i reati ordinari di morte in conseguenza di altro delitto e cessione di droga sul "clan" dei barcellonesi dopo l'esposto presentato agli inquirenti siciliani dall'avvocato Fabio Repici, legale della famiglia Manca.



Secondo gli inquirenti, dunque, mancano elementi, prove e circostanze oggettive su cui fare incanalare l'inchiesta sulla pista del reato di mafia.