Sono entrate in carcere tenendosi per mano e hanno trascorso la loro prima notte dietro le sbarre nella stessa cella. Silvia e Paola Zani, le due sorelle di 27 e 19 anni accusate dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della mamma Laura Ziliani, dal momento dell’arresto non hanno più aperto bocca e altrettanto ha fatto Mirto Milani, in isolamento a Canton Mombello, fidanzato della maggiore con una relazione nascosta con la minore. Un «trio criminale» che ha mentito, manipolato, provato a depistare le indagini e secondo il gip è colpevole non solo della morte dell’ex vigilessa di Temù: «La loro condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancor più odiosa perché, così agendo, gli indagati hanno privato Lucia Zani, disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell’unico genitore superstite», si legge nell’ordinanza.
Laura Ziliani, arrestate due figlie e un fidanzato. Intercettazioni, bugie e depistaggi anche in tv
La nomina del tutore
Lucia è la figlia di mezzo e ha difficoltà sin dalla nascita.
«Era serena»
Venerdì 7 maggio Laura Ziliani sale in auto e da Brescia raggiunge la casa di Temù. «Era tranquilla e serena», ha descritto ai carabinieri il suo stato d’animo a poche ore dall’omicidio il compagno, Lorenzo. Parlano al telefono più volte, lei aveva programmato due uscite sui monti per il fine settimana, una con le figlie che le hanno anche preparato la torta per la festa della mamma. Ma i tre avevano altri piani, l’omicidio per gli investigatori è premeditato e preparato con cura: si sono procacciati le benzodiazepine per stordire l’ex vigilessa, hanno fatto prove generali aggiungendole a una tisana che l’ha indotta a dormire per 36 ore filate, hanno occultato il cadavere prima di liberarsene sui monti. Ma alle indagini mancano tasselli importanti: chi e in che modo ha ucciso Laura Ziliani, come il corpo sia stato spostato dall’appartamento in cui è stata ammazzata alla riva del fiume Oglio, in alta Valle Camonica, dove è stato trovato l’8 agosto. Di certo, Silvia e Paola non hanno lasciato un buon ricordo nel condominio in cui vivevano vicino all’ospedale di Brescia, in un appartamento ereditato dal padre. La maggiore è fisioterapista, la minore studia economia. «Due ragazze molto riservate, direi quasi scostanti», è l’opinione della vicina Laura. «Ho visto i carabinieri, le sorelle portate via e poi si sono presi anche l’auto di Mirto parcheggiata da tempo qui davanti. E con un bel pacco di multe da pagare».
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