Covid, Lazio a rischio zona arancione. Lombardia ed Emilia verso il rosso, in bilico Piemonte, Campania, Toscana

Covid, Lazio a rischio zona arancione. Lombardia ed Emilia verso il rosso, in bilico Piemonte, Campania, Toscana
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 11:19

L’Italia vira verso il rosso e l’arancione scuro. A sostenerlo, preoccupati dai dati raccolti in vista del monitoraggio settimanale di domani, sono tecnici e governatori regionali. Con questi ultimi ormai già pronti a fare i conti con nuove restrizioni a partire da lunedì o inasprire le misure locali. Le più a rischio sono Emilia-Romagna e Lombardia (da arancione a rosso) ma sul filo ci sono anche Piemonte, Campania, Toscana e Lazio.

Il peso delle varianti in pratica, a cominciare da quella inglese ormai prevalente sul territorio nazionale (al 18 febbraio la sua diffusione era al 54%), sta giorno per giorno peggiorando lo scenario.

Stando ai dati del ministero della Salute pubblicati ieri infatti, sono 20.884 i nuovi positivi, a fronte dei 17.083 di lunedì. E sale anche il tasso di positività: 5,9% (martedì 5,1%) con ventimila tamponi in più, (358.884 a fronte di 335.983). I morti invece sono 347 (in lieve rialzo rispetto ai dati della settimana), portando il computo totale dei decessi dall’inizio della pandemia a 98.635 persone. Ma aumentano anche i ricoverati in terapia intensiva (+84 rispetto alle 24 ore precedenti).

Dati che, soprattutto se declinati a livello regionale, lasciano purtroppo poco spazio alle interpretazioni. Tutto sembra andare nella direzione di una “folata rossa” per la Penisola. Un’ondata di restrizioni che colpirà sicuramente la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Piemonte, tutte al momento in fascia arancione. Anche se non è detto che tutte e tre le Regioni a partire da lunedì 7 marzo finiscano nell’area di rischio più elevata, è praticamente certo che in questi territori scatteranno misure più rigide almeno a livello locale. 

Emilia e Lombardia verso il rosso


Non a caso, nel corso della giornata di ieri, sia il governatore emiliano Stefano Bonaccini che quello piemontese Alberto Cirio, hanno richiesto misure urgenti perché «le cose stanno peggiorando». In particolare il primo ha sottolineato la necessità di «prendere decisioni difficili e sofferte» annunciando che da oggi Bologna e Modena entreranno in zona rossa, mentre Reggio Emilia approderà alla fascia arancione scuro (dove sono già Ravenna, Cesena e Rimini). «Non potevamo aspettare - ha spiegato Bonaccini - dovevamo farlo subito, anche perché il ministero registra dati già vecchi e la realtà è già peggiore di quei dati».

L’Rt emiliano sarebbe già oltre l’1.25, vale a dire la soglia di rischio stabilita per entrare nella fascia rossa, e dunque è probabile che vi entri a partire da lunedì. Stesso discorso per la Lombardia, da cui Guido Bertolaso, consulente del governatore Attilio Fontana sul piano vaccinale, ieri ha lanciato l’allarme: «Tutta Italia, tranne la Sardegna, si sta avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa». A rischio cambio ci sono anche la Campania e la Toscana (verso il rosso) e il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (da giallo ad arancione).

Lazio a rischio arancione

Discorso differente per il Lazio in cui la scorsa settimana l’Rt era sotto l’1 (0,92) e, stando alla Regione, dovrebbe restarci anche se in lieve crescita. «Siamo al limite» confidano, ma la speranza è che si riesca a tenere.


Il vaccino Sputnik V


In ogni caso la situazione è evidentemente in fase di peggioramento ed è per questo che aumenta anche il pressing sui vaccini. Così, mentre Bertolaso invita a il governo a «battere i pugni sul tavolo» con la Ue («ci vuole un po’ di aggressività positiva per capire perché i vaccini, ad esempio, vanno a Dubai»), si è creato anche uno strano asse politico attorno al vaccino russo Sputnik V tra il segretario della Lega Matteo Salvini e il dem Bonaccini. Il leader del carroccio infatti ieri ha incontrato Teodoro Lonfernini, segretario di Stato di San Marino. «Abbiamo parlato dello Sputnik» ha dichiarato Lonfernini e Salvini «ha voluto sapere come abbiamo fatto a ottenerlo in tempi rapidi», «Noi abbiamo assicurato che funziona, la nostra comunità scientifica lo ha ritenuto valido». Il tutto mentre il governatore emiliano dichiarava «Chiediamo chiarezza sul vaccino russo. Se ha validità ci attendiamo l’approvazione e acquisto». 

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