Catturato Stephane Lanza, il narcos francese che evase dal carcere di Voghera era latitante da 21 anni

Era conosciuto con il soprannome di Papillon, richiamo all'omonimo film interpretato da Steve McQueen e Dustin Hoffman

Catturato Stephane Lanza, il narcos francese che evase dal carcere di Voghera era latitante da 21 anni
di Valeria Di Corrado
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Giovedì 11 Agosto 2022, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:14

È finita dopo 21 anni la latitanza del narcos francese Stephane Lanza. Il 68enne, famoso per la sua spettacolare fuga dal carcere di Voghera, è stato catturato a Madrid, incastrato dalle foto pubblicate sui social. Dopo essere stato estradato in Italia, in esecuzione di un mandato d'arresto europeo emesso il 12 aprile 2012, è stato ora recluso nel penitenziario romano di Rebibbia. Deve scontare un residuo pena di 7 anni, 5 mesi e 9 giorni per traffico internazionale di stupefacenti.
Lanza è conosciuto con il soprannome di Papillon, come richiamo all'omonimo film franco-statunitense del 1973, interpretato da Steve McQueen e Dustin Hoffman. Il protagonista della pellicola, Henri Charrière, era un francese - detto appunto Papillon per via di una farfalla che portava tatuata sul torace - che, dopo vari tentativi falliti, aveva organizzato una fuga definitiva dalla colonia penale dell'isola del Diavolo, nella Guyana francese.



LA CONDANNA
Stephane Lanza venne condannato dal Tribunale di Milano a 12 anni di reclusione il 16 ottobre 1998, con sentenza diventata irrevocabile l'8 giugno 2000, «per aver, in concorso con altri soggetti di nazionalità italiana e straniera, detenuto illegalmente e importato e trasportato un composto contenente cocaina per un principio attivo pari al 70 per cento». «Le prove a carico del condannato - si legge nel mandato di cattura europeo - erano date dagli accertamenti investigativi avvenuti all'atto del sequestro della droga, durante il quale il Lanza era stato arrestato. Lo stesso poi evadeva il 9 luglio 2001, facendo perdere le proprie tracce».



LA FUGA
Il narcos francese era recluso nel carcere di Voghera, in provincia di Pavia. Quel giorno scende con altri detenuti nell'orto all'interno del penitenziario per coltivare un appezzamento di terreno. Sulle torrette di guardia ci sono poche sentinelle, a causa dei buchi negli organici della polizia penitenziaria. Il detenuto scavalca la recinzione, poi, fissando una fune fatta con le lenzuola a un gancio sul muro di cinta, si arrampica. Appena appoggia i piedi sul camminamento, scatta il segnale di allarme a raggi infrarossi. Ma Lanza - senza esitare - si getta dall'altra parte e fugge a piedi nei campi. Con ogni probabilità si dirige verso l'autostrada A21 e, in un punto già prestabilito, incontra i complici che lo aiutano a lasciare Voghera e poi l'Italia. Intanto, viene organizzata una gigantesca caccia all'uomo, con elicotteri e unità cinofile. Carabinieri e polizia setacciano tutta la zona palmo a palmo, ma dell'evaso non c'è traccia. Il sospetto degli inquirenti è che possano aver cooperato nell'evasione alcuni membri della banda dei Marsigliesi.
Fatto sta che ora, ben 21 anni dopo la sua fuga, Stephane è tornato dietro le sbarre. «Lo Stato non può chiedere a nessuno di scontare una pena dopo così tanti anni dalla sentenza.

Questa non è giustizia», commenta il suo legale, l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali.

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