Bus caduto a Mestre, il pullman viaggiava a 3 all'ora prima di volare giù dal cavalcavia. Ecco la perizia tecnica

È un dato tecnico che arriva dalla visione del filmato dello schianto: nel mirino il guardrail

Bus caduto a Mestre, il pullman viaggiava a 3 all'ora prima di volare giù dal cavalcavia
di Nicola Munaro
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 12:25

È un dato tecnico che emerge dall'analisi cinetica del video delle telecamere del Comune che alle 19.38 e 38 secondi del 3 ottobre, riprendono il bus-navetta di La Linea impennare il retrotreno e cadere nel vuoto. È un dato tecnico ipotizzato dalla visione del filmato ma che trova riscontro anche in quel registro informatico (il cloud) che in Cina, dove ha sede la Yutong, fabbrica costruttrice dei bus di La Linea, immagazzina in tempo reale ogni movimento e variazione di potenza del bus.

Bus caduto a Mestre, la dinamica

 

Quel martedì di due settimane fa, prima di volare dal cavalcavia Superiore di Marghera, il pullman guidato da Alberto Rizzotto (40 anni, trevigiano) procedeva a una «velocità di 3 chilometri all'ora».

Era, in sostanza, quasi fermo.

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La scatola nera

Un aspetto che verrà restituito dalla scatola nera del mezzo, già estratta dal bus (ora sotto sequestro nel cortile dell'ex Mercato Ortofrutticolo di Mestre) e sulla quale la procura non ha però ancora conferito nessuna perizia. Ma è da quella memoria informatica, che si aspettano le risposte sul comportamento del mezzo, precipitato spezzando 21 vite (l'autista e 20 turisti da ogni parte del mondo) e ferendone 15: erano tutti di ritorno nel camping Hu di Marghera da una giornata a Venezia. Resta però una domanda ancora inevasa: come mai l'autista ha perso il controllo del mezzo? Un malore o un guasto tecnico? L'autopsia non è ancora terminata, anche se le prime evidenze sembrerebbero aver escluso un problema sanitario del conducente. La risposta potrebbe allora darla la telecamera frontale installata nel bus: non è puntata verso l'autista (per una questione di privacy del lavoratore) ma ha un grandangolo che, complici le condizioni notturne e il gioco di rimbalzo delle luci, potrebbe mostrare un riflesso del comportamento di Alberto Rizzotto, il cui funerale è stato celebrato martedì davanti anche all'amministratore delegato de La Linea, Massimo Fiorese, e all'assessore ai Trasporti di Venezia, Renato Boraso.

 

IL MASTINO L'unica perizia in agenda rimane, per il momento, quella di mercoledì 25 ottobre e di giovedì 9 novembre sulla strada, sul guardrail e - seppur in maniera minore - con una ricostruzione della dinamica dello schianto. È con l'udienza di conferimento incarico che si è sollevato il velo sui primi indagati: Fiorese, 63 anni, ad di La Linea; Roberto Di Bussolo, 51 anni, residente a Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni, residente a Martellago (Venezia) responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune. Per gli accertamenti, la procura ha nominato come proprio consulente l'ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero delle Infrastrutture ed è stato chiamato il "Mastino" per l'accuratezza con cui svolgeva gli accertamenti sulle manutenzioni effettuate dalla concessionaria autostradale in centro Italia: il soprannome gli era stato dato da alcuni dipendenti di Autostrade per l'Italia e Spea, ed era emerso nel corso dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 agosto 2018. Dopo la tragedia, Migliorino fu nominato responsabile delle verifiche straordinarie sulla sicurezza statica dei viadotti autostradali.

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I PEZZI DEL GUARDRAIL Dopo un primo sopralluogo visivo - ma solo dall'esterno - effettuato il 12 ottobre, mercoledì Migliorino e i suoi tecnici torneranno sul cavalcavia Superiore, circondati da una decina di consulenti nominati dagli avvocati degli indagati e delle parti offese. Migliorino prenderà le misure dei luoghi, scatterà fotografie, possibile che faccia anche dei prelievi del guardrail e della strada per testarne la tenuta del materiale in laboratorio. Poi visiterà da vicino la carcassa del bus. Ad aiutarlo la relazione di oltre cento pagine preparata dalla polizia locale che in una settimana ha acquisito documenti nella sede della società proprietaria del bus e in Comune. Avrà 120 giorni di tempo e il 24 febbraio tornerà alla cittadella Giustizia di Venezia per consegnare il suo rapporto in procura. Lì dentro ci sarà la verità dei fatti sulla più grande tragedia stradale del Veneziano e del Veneto.

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