Questo almeno racconta lo svelto, astuto, divertentissimo debutto di un 32enne di Salerno che somiglia ai suoi antieroi. Sa come produrre effetti irresistibili. E soprattutto sa farlo “in casa”, usando ciò che ha sottomano (che tutto il cinema italiano avrebbe sottomano, se solo volesse). Attori impeccabili, anche se, anzi proprio perché non sempre notissimi. Dialoghi esilaranti che trasportano a Roma motivi e cliché provenienti da film e serie tv inglesi o Usa (ma anche dagli italianissimi Boris e Santa Maradona). Sentimenti bassi quanto universali (non serve aver visto Breaking Bad per aver sognato almeno un attimo di darsi ad attività pericolose quanto redditizie).
Il tutto fuso in una sceneggiatura scoppiettante e accuratissima (di Valerio Attanasio, Andrea Garello e del regista Sydney Sibilia). Che elabora in chiave comica un dato drammatico nonché, di nuovo, sotto gli occhi di tutti: se in Italia molti brillantissimi laureati sono costretti a cercare lavori terribilmente inferiori al loro curriculum, perché non immaginare che usino le loro doti per aggirare la legge, magari producendo una molecola psicotropa non ancora catalogata come droga, dunque paradossalmente legale?
Ed ecco Edoardo Leo, neurobiologo disoccupato, dribblare la fidanzata psicologa in un centro tossici (Valeria Solarino) per mettere su una banda di sciagurati coltissimi costretti a campare nei modi più dementi (latinisti benzinai, economisti giocatori di poker e gigolò, chimici lavapiatti....), nonché del tutto impreparati a gestire il fiume di lusso, denaro, opportunità sessuali, conseguenze penali, che si abbatterà sulle loro teste pensose... Il tutto scritto, diretto e interpretato con una consapevolezza e un divertimento rari quanto contagiosi. Dopo anni di comicità coatta, fasulla, predigerita e, quella sì, tossica, una ventata rigenerante.
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