Dal nostro inviato - In campo alle nove e mezza. Tra le zanzare che presidiano il Portobello Safari e Resort pi dei militari che, con il mitra in spalla, seguono l'allenamento quasi con pi curiosit dei media (le prove tattiche vere, dopo un'ora, quando i giornalisti sono inviati all'uscita). Gli azzurri faticano sotto quel cielo che è di un grigio pericoloso, mentre per il weekend qualche yacht prende il largo, percorrendo il canale che costeggia il terreno di gioco. Non c'è aria di pioggia, attesa per lunedì. Il sole coperto spinge caldo verso la nazionale che corre e l'umidità è insopportabile anche per chi guarda. Tutto come nel mondiale di 20 anni fa, negli Usa. I dirigenti federali non dimenticano che gli sforzi fatti nel New Jersey furono poi pagati a Pasadena proprio contro il Brasile e per questo tanti sono gli accorgimenti, a cominciare dalla criosauna. Ma non lavorano solo i giocatori. Fanno sport anche i familiari al seguito, quasi per solidarietà e in assoluto perché, a più di 110 chilometri da Rio, in questa zona c'è poco da fare e da vedere.
Passeggiando in bicicletta, dunque, accanto a te. E' la signora Cassano che spinge sui pedali e passa vicino al marito che si sta allenando con i compagni. Carolina Marcialis, sgommando su una mountain-bike, guida il gruppetto che va a scoprire la natura del resort, affidandosi alle due ruote e lasciandosi alle spalle il campo. Curiosità e svago tra le palme e anche affrontando qualche salita nella foresta tropicale che si alza sopra il ritiro dell'Italia. Novella Benini, la compagna del ct, si alza presto e va a fare jogging. Il panorama è splendido: la spiaggia bianca di Sao Braz sembra non finire mai e lungo la Costa Verde, almeno di prima mattina, si respira.