Sergio Parisse rugby Italia: a giugno si ritira, ma a 39 anni lascia aperta la porta alla nazionale e al sesto mondiale record. Nel XV ideale del 6N con Castro

Sergio Parisse
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 31 Gennaio 2023, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 14:16

Sergio Parisse questa volta non lascia dubbi: questa è la sua ultima stagione in campo e quindi a giugno giocherà l'ultima partita per il Tolone. Ma il più fenomenale giocatore di sempre del rugby italiano («L'unico che avrebbe potuto giocare per gli All Blacks», sir John Kirwan dixit) lascia uno spiraglio per la nazionale e per un record davvero unico non solo nel regno del rugby: disputare sei Mondiali, una circostanza invero marziana perché finora a infilarne cinque ci sono riusciti solo in tre. Ovvero lui stesso, Mauro Bergamasco e il samoano Brian Lima, quest'ultimi due già ampiamente ritirati.

Beata la nazionale in cui la concorrenza è tale da non permettere questi exploit di longevità? Certo, ma al tempo stesso bisogna inchinarsi di fronte a campioni capaci di restare così a lungo su un ring spietato come il rugby internazionale. 

A RugbyRama, periodico francese, il numero 8 (terza linea centro) ha detto: «Con il rugby di campionato è la mia ultima stagione di sicuro, questa volta nessuna chance di proseguire.

Per la nazionale non ci metto una croce sopra. Credo di essere ancora nel radar dei selezionatori, quindi per adesso mi concentro sul restare in forma e dirmi disponibile. Se mi chiameranno risponderò con grande piacere».

Parisse, nato 39 anni fa da genitori dell'Aquila e di Cosenza a La Plata, in Argentina, ha giocato dal 2002 per 142 volte in azzurro (record per l'Italia) facendo per 92 volte il capitano (idem, con solo Richie McCaw, due volte campione del mondo della Nuova Zelanda, che ha fatto meglio di lui in assoluto). Con 69 partite (dal 2002 al 2019) è anche il giocatore più presente di sempre nella storia del 4/5/6 Nazioni che inizia appena nel 1883.

Il XV ideale di PlanetRugby

Pur giovando in una nazionale che nel Sei Nazioni ha vinto solo 13 partite (più un pareggio) in 115 match, il sito britannico PlanetRugby mette Parisse nel XV ideale delle prime 23 edizioni del Torneo allargato appunto a sei nazionali. L'unico altro azzurro in formazione è il pilone Martin Castrogiovanni (60 presenze nel Championship su 119 caps dal 2002 al 2016).

Ma perché Parisse e il rugby italiano tengono a questo 143° cap? Non è per puntiglio e nemmeno per aggiungere un record a una collezione già sterminata, anche perché in fatto di presenze in nazionale il primatista pare al momento irraggiungibile (Alun Wyn Jones, gallese, 155, seguito da McCaw, 148, e Sam Whitelock, altro kiwi). E' che il tifone Hagibis alla coppa del del mondo 2019 in Giappone e poi la pandemia hanno tolto al giocatore e alla storia azzurra la possibilità di avere con tutti crismi l'ultima partita di una luccicante carriera. 

Parisse non vuole togliere il posto ad alcun azzurro e si mette semplicemente a disposizione del ct Kieran Crowley con il quale è sempre restato in contatto. Per i primi due match del Sei Nazioni che sta per iniziare non è stato chiamato, vedremo per gli altri tre fra i quali due  all'Olimpico, sede ideale per quel 143° match.

Un test match estivo, l'Italia ne giocherà quattro? No, quelli non sembrano proprio adatti. E allora sale la suggestione del sesto mondiale che si giocherà per di più in Francia dove Sergio viene fermato in ogni dove per una foto o un autografo. Nonostante l'età e la concorrenza in un club "galactico" come il Tolone, in questa stagione è partito quasi sempre titolare grazie a una lucidità tattica senza eguali e a un fisico tirato a balestra, frutto di uno stile di vita rigoroso. Vedremo. Nessuno - è sicuro - avrebbe da ridire per un omaggio (tecnicamente molto robusto, a ogni modo) a un campione come Parisse che nel dopo rugby giocato potrebbe diventare allenatore o dirigente in ogni club o federazione.

Memorabile la risposta di Sergio Parisse sr, asso dell'Aquila Rugby, quando il figlio Sergio allora diciottenne lo chiamò dalla Nuova Zelanda per dirgli dell'idea del ct azzurro, proprio John Kirwan: «Papà, domani John mi fa esordire in nazionale contro gli All Blacks».

«E' un pazzo», la replica gonfia di comprensibile orgoglio. Un pazzo illuminato, illuminatissimo.  

In carriera Parisse ha vinto scudetti e una coppa Italia con il Treviso, due Scudi di Brennus e una  Challenge Cup (sarebbe Europa league) con lo Stade Francais di Parigi in cui ha giocato per 13 stagioni divenendone una bandiera prima di trasferirsi quattro stagioni fa a Tolosa. E' sposato con la romana Silvia Bragazzi: la coppia ha due figli. 

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