Nella chiacchierata con i tifosi, ovviamente, spazio soprattutto all’avventura bianconera cominciata a gennaio, dopo la parentesi inglese con la maglia del Southampton. «Mi hanno impressionato tantissimo Tevez e Vidal. Da piccolo mi piacevano Batistuta, Ronaldo, Riquelme; crescendo anche Tevez è diventato un mio idolo», ha detto Osvaldo. «Entrare allo Juventus Stadium con la maglia bianconera è un’emozione unica. Da avversario era durissima!», ha aggiunto.
«In Inghilterra - ha spiegato - sono stato poco, ma il campionato è tosto, forse più di quello italiano. L’esperienza è stata talmente breve che non ho avuto il tempo di adattarmi!». In carriera, l’attaccante ha indossato anche la maglia dell’Espanyol: «La città di Barcellona mi è rimasta nel cuore, è meravigliosa». I gol più belli, però, li ha segnati in Italia: «Quelli contro il Catania e il Toro, in rovesciata». Dell’Argentina gli mancano «famiglia e amici» e per vincere la nostalgia è utile anche il cibo: l’asado è il top.
Il capitolo dedicato al look è particolarmente ricco. «Ho perso il conto dei miei tatuaggi! I più importanti sono quelli con i nomi dei miei figli. Il segreto dell'aspetto della mia barba è non curarla!», ha detto rispondendo alla raffica di domande. Il feeling con la musica è solidissimo: «Se non fossi diventato calciatore mi sarebbe piaciuto fare il musicista, magari il chitarrista», dice prima di soffermarsi sul suo gruppo preferito: «Canzone migliore degli Stones? Wild Horses».
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