Germania-Argentina, la finalissima
Alle spalle di Messi una difesa super

Germania-Argentina, la finalissima Alle spalle di Messi una difesa super
di Ugo Trani
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Venerdì 11 Luglio 2014, 04:41 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 11:12
dal nostro inviato

RIO DE JANEIRO - Il Deportivo Messi, come Maradona chiama la sua nazionale, non pu bastare per la Germania di questo mondiale. Il singolo, anche se il migliore del pianeta, contro il calcio totale, tra l'altro arricchito da interpreti raffinati e spietati. Se fosse solo cos, la coppa sarebbe gi nelle mani di Lahm. Il fascino della finale del Maracanà, invece, è proprio nella diversità delle nazionali di Loew e Sabella che, per il titolo iridato, si sfideranno domenica per la terza volta. Nei due precedenti, una vittoria a testa: a Città del Messico (1986) trionfo della Seleccion con il gol di Burruchaga dopo la doppia rimonta tedesca e a Roma (1990) rivincita tedesca con il contestato rigore di Brehme a fine ripresa. Quella è l'ultima volta dei sudamericani che il 13 luglio giocheranno per la storia: mai una europea ha conquistato il trofeo lontano dal nostro continente.



ESPERIENZA E UMILTÀ

L'Argentina non è solo Messi. Non deve insomma per forza essere identica a quella dell'86, con Maradona a scagliarsi petto in fuori contro il mondo, i piedi ispirati per lo slalom più belloverso il gol e la mano de dios per farsi giustizia in campo e fuori. Il 10 sulle spalle e i gradi di capitano sinistro pesano solo al pensiero di chi l'ha portati. Ed è per questo che Sabella ha disegnato l'altra nazionale. Dietro al campione e a Higuain, gli altri nove fanno la Seleccion. Difesa addestrata e il portiere Romero rilanciato. Due paletti piantati dal ct argentino per andare avanti nel mondiale. A costo di non far bella figura, assetto spaccato in due e avversari a sbattere contro il muro organizzato. Da tre partite l'Argentina non prende gol. Tre volte ha chiuso la gara 1 a 0 e nei cinque successi, prima dei rigori di San Paolo, ha sempre vinto con una rete di scarto e senza mai andare in svantaggio. Il 4-4-2 funziona e, con Di Maria, va ancora meglio. Perché agevola il passaggio in corsa al 4-3-3, alzando Lavezzi o Aguero, accanto alle due punte. Reti, come le emozioni: poche. Sia quelle subite (3) che quelle realizzate (8). Pochi i marcatori: con Messi (4), solo Di Maria (1), Higuain (1) e Rojo (1). Più l'autogol di Kolasinac, primo sorriso nel mondiale. Garay avvverte: «Ora è la nostra la migliore difesa del mondo». Studi europei, però. Solo in tre giocano in Argentina: Gago, Rodriguez e il portiere di scorta Orion. E Basanta in Mexico. In diciannove si esercitano da noi: soprattutto Liga, serie A e Premier (e anche in Francia e Portogallo). «Funziona il gruppo» ripetono Mascherano e Lavezzi. «L'Albiceleste è compatta e umile: ci aiutiamo sempre».



TIQUI TAÇA E DUTTILITÀ

Non è la Germania di Guardiola. L'offesa sarebbe per Loew che in finale ci arriva per la seconda volta (la prima a Euro 2008) e che in Sudafrica (2010) salì sul podio da terzo. E anche per Klinsmann che, prima di lasciare al suo vice, già nel mondiale tedesco (2006) puntò sul possesso palla. I tedeschi uscirono perdendo in semifinale contro l'Italia, come accadde all'attuale ct (Euro 2012). Il gruppo cresce sul proprio territorio: 16 giocatori su 23 giocano in Bundesliga, tra i titolari solo Khedira, Klose e Ozil sono all'estero. E dando la precedenza alla continuità. Nella formazione base solo due novità rispetto a quattro anni fa: Hummels e Howedes. Quest'ultimo si dovrebbe occupare di Messi: «Nella prima partita mi è toccato Ronaldo. Sempre il migliore dalla mia parte. Ma, come è successo con il portoghese, sarà ancora tutta la squadra a pensarci. E a occuparsene».



Senza stravolgere l'organico, è più facile confermare lo spartito. Il ct tedesco può passare dal 4-3-3 al 4-2-3-1 o, come contro il Brasile, al 4-1-4-1 per prendere Oscar con Schweinsteiger. Marcatura a uomo, senza vergognarsi. E regista basso. Come Guardiola e Garcia (ci ha provato qui pure Prandelli). Il sistema di gioco, con 18 interpreti utilizzati (Sabella è già a 20), è camaleontico grazie agli intercambiabili: Mueller (centravanti e ala), Lahm (mediano e terzino), Kroos (mezzala e trequartista), Boateng (terzino e centrale difensivo) e anche altri come Grosskreutz (terzino ed esterno offensivo) che ancora non abbiamo visto. In quanto a gol (17 quelli di squadra e 4 subiti), fanno centro il doppio dei giocatori (8) rispetto alla rivale. Con Klose titolare, età media di 27 anni. Con Goetze si scende a 26. L'Argentina è a quota 28. Equilibrio da finale.
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