Fuleco, caccia alla mascotte «scomparsa»
Che fine ha fatto l'armadillo di Brasile 2014

Fuleco, caccia alla mascotte «scomparsa» Che fine ha fatto l'armadillo di Brasile 2014
di Alfredo Spalla
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Martedì 17 Giugno 2014, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 17:34
Doveva essere il simbolo del riscatto ambientale. Quello che avrebbe sensibilizzato i brasiliani sulla preservazione delle bellezze naturali. E invece scomparso. Di Lui si hanno pochissime tracce. Parliamo di Fuleco, la mascotte dei Mondiali ispirata al tatu-bola, un armadillo sudamericano a rischio estinzione. Jérôme Valcke e i vertici della FIFA, nel 2012, lo avevano accolto con grande entusiasmo: «È perfetto - aveva detto il segretario generale-. Non è solamente il simbolo di una competizione, ma rappresenta una missione importante: proteggere l'ambiente». Viene battezzato Fuleco, fusione delle parole «futebol» ed «ecologia». Eppure oggi l'importanza della mascotte sembra essere passata in secondo piano. Non si è visto nemmeno durante la cerimonia di apertura. Ma per quali ragioni starebbe latitando? Da quanto accusano le associazioni ambientaliste, la FIFA non avrebbe rispettato gli accordi economici, non destinando nemmeno un centesimo per la preservazione del tatu-bola. Secondo Rodrigo Castro, leader dell'ONG Caatinga che aveva proposto l'armadillo come immagine del Brasile, la FIFA «ha presentato una proposta indecorosa» alle associazioni ambientaliste.



La Federazione di Zurigo, che nei quattro anni di preparazione al Mondiale ha guadagnato 2,4 miliardi di dollari, avrebbe presentato un'offerta di 300.000 dollari da corrispondere in 10 anni. Una cifra che secondo Castro non avrebbe alcun incidenza nel programma di preservazione dell'animale e nello studio della specie nella regione del «sertão nordestino». «Fra 40 anni - accusa il responsabile della ONG - le persone si ricorderanno dei Mondiali, e forse anche di Fuleco. Ma il tatu-bola non ci sarà più, sarà estinto, e le persone non si ricorderanno di questa specie». La speranza di Castro è che prima della fine dei Mondiali la FIFA riprende le negoziazioni, presentando un'offerta più adeguata al programma di salvaguardia. Al momento, però, Fuleco si trova con qualche difficoltà fra gli stand della Federazione, mentre è piuttosto diffuso fra quelli degli sponsor. A Rio de Janeiro, i narcotrafficanti lo avevano perfino «adottato» per il traffico di maconha (marijuana) e cocaina, ribattezzando i pacchetti con i nomi «fuleconha» e «fumeco».

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