Spari contro il Caffè Minotti, è scontro tra Confcommercio e Comune sulla videosorveglianza

Spari contro il Caffè Minotti, è scontro tra Confcommercio e Comune sulla videosorveglianza
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Marzo 2022, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 12:30

Videosorveglianza, è scontro tra Confcommercio e amministrazione comunale dopo gli spari contro le vetrine del Caffè Minotti. L'associazione dei commercianti ci va giù duro e parla di «un territorio in balia di atti criminosi» puntando il dito contro i «proclami» della giunta Ottaviani sulla videosorveglianza.

«La percezione che si ha oggi è quella di vivere in una città insicura - scrive Confcommercio Frosinone - Le persone hanno paura, così i commercianti. Sicurezza e ordine sociale, da qui è necessario ripartire se vogliamo dare una vera e propria identità ad un capoluogo che sta morendo lentamente. Sono cinque anni che attendiamo dal Comune, quelle che sono le risposte che dovevano arrivare dal progetto Città in video'. Ce lo hanno presentato come la soluzione a tutti i mali e noi ci abbiamo creduto. Oggi siamo costretti, invece, a lanciare l'ennesimo grido d'allarme sulla sicurezza. Un problema che si va ad aggiungere a tanti altri che ha questa città».

Alla Confcommercio ha replicato l'assessore al commercio Antonio Scaccia, il quale ricorda che il progetto di videosorveglianza è partito cinque anni fa. «Oggi - dice l'assessore - sono attivi 800 dispositivi permettendo a Frosinone di raggiungere la percentuale più alta in Italia per rapporto tra sistemi di sicurezza e numero di abitanti residenti».

Quasi ogni giorno, assicura l'assessore, gli uffici che gestiscono il progetto Città in Video, guidati dal responsabile del Ced, l'ingegnere Sandro Ricci, «forniscono utili strumenti di indagine alle Forze dell'Ordine che, regolarmente, procedono all'acquisizione dei filmati e delle videoregistrazioni per prevenire la commissione di reati o, come spesso accaduto, per fornire validi strumenti probatori all'autorità giudiziaria».

Le immagini riprese dalle telecamere, ricordano dal Comune, «costituiscono dati sensibili che vengono gestiti direttamente dal Ced: solo Polizia locale e forze dell'ordine possono accedervi».

Ma per l'assessore Scaccia quello della Confcommercio è un intervento di parte e strumentale: «Fortunatamente la stragrande maggioranza dei commercianti del capoluogo, soprattutto tra quelli che non fanno politica o quelli che non si limitano solo a piangersi addosso, è al corrente di quanto fatto dal Comune in questi anni, anche sfruttando le opportunità messe a disposizione dalla tecnologia, a favore di coloro che, con tanti sacrifici, portano avanti il tessuto economico della città».

La questione telecamere era già salita alla ribalta qualche settimana fa dopo il raid vandalico ai danni della stazione a valle dell'ascensore inclinato. Qui le telecamere sono risultate spente da quando, circa un anno, l'impianto è fermo. E in quella circostanza il Comune a Il Messaggero aveva fatto sapere che, da una prima ricognizione, il 15% degli apparecchi video installati avrebbe problemi di funzionamento.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA