La passione di una vita: «Quando papà mi portava al Matusa»

Giovanni Napoli
di Marina Testa
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 20:23

Giovanni Napoli è un mister in pensione, ma con la passione per il calcio nell'anima. È stato un allenatore di giovani e giovanissimi calciatori del Frosinone negli anni in cui la squadra militava in C1.
Da quanto tempo è tifoso del Frosinone?
«Da sempre, i miei ricordi e le mie esperienze risalgono alla mia infanzia quando mio padre mi portava allo stadio tutte le domeniche. Abitavamo poco distante dal vecchio Matusa. Assistevamo anche agli allenamenti durante la settimana. Fino alla maggiore età ho frequentato lo stadio con lui, poi ho proseguito con gli amici».
Quale è la stagione del Frosinone che ricorda con maggior emozione in assoluto?
«Sicuramente è quella della sua militanza nella serie C1, negli anni 86-87 quando conquistò la sua prima promozione da C2 a C1, un avvenimento. E' stato bel periodo anche perché seguivo le vicende calcistiche molto da vicino. Per qualche anno sono stato l'allenatore dei giovanissimi regionali del Frosinone calcio, giocavamo con le squadre del Lazio come Roma, Lazio, Lodigiani, Cynthia Genzano. Ci allenavamo in centro sportivo alle porte della città. Seguivo tutte le fasce di età, dai 12 fino ai 18 anni che si preparavano nei campionati Primavera, Berretti, Allievi e Giovanissimi regionali».
E la squadra del Frosinone che ricorda con maggiore affetto?
«Ci sono tanti calciatori dei quali mi è rimasto un ottimo ricordo. Da Ferraro, Borrelli, Santarelli, Luciano Vescovi, Zeno Spaziani e il compianto Antonio Colagiovanni. La sua recente scomparsa è stato un vero dispiacere. Giocatori che appassionavano ed erano quasi tutti di casa nostra. Un po' di sano orgoglio non guasta».
Qual è l'idolo canarino del passato?
«Avevo diversi idoli, a vent'anni poi l'entusiasmo è grande. Forse il legame emotivo mi riconduce a Colagiovanni, è stata una persona che ha lasciato una grande impronta professionale e umana».
E l'idolo attuale?
«Direi proprio Matias Soulé Malvano. È estroso, una grande tecnica e molta voglia di emergere. Ha la grinta di un giovane e molte qualità per diventare un buon calciatore».
Il Frosinone si può attestare in Serie A?
«Ha tutte le basi per rimanere in Serie A. A cominciare dalla serietà della società e dall'impegno del presidente che da dieci anni sta facendo volare la squadra tra la B e la A. Livelli altissimi per la nostra città»
Marina Testa
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