Sparatoria in strada a Cassino, chiesto il processo: contestato il metodo mafioso

Sparatoria in strada a Cassino, chiesto il processo: contestato il metodo mafioso
di Vincenzo Caramadre
3 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Ottobre 2022, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 07:15

«Spara, sparagli ‘nguollo (addosso, ndr)». Sarebbero state queste le parole che Gennaro Ferreri 48enne originario di Napoli, ma da tempo stabilitosi nel Cassinate, avrebbe pronunciato la sera del 5 gennaio 2015 mentre era in auto con Elio Panaccione di Cassino (collaboratore di giustizia, nei confronti del quale è già stata pronunciata sentenza quale esecutore materiale dell’azione), quando furono esplosi 5 colpi di pistola calibro 7.65 contro un’auto sulla quale viaggiava un giovane che si era dissociato dal gruppo. “La Cassino a mano armata” scatena a due passi dalla stazione ferroviarie (tra piazza Garibaldi e viale Bonomi), sarebbe scaturita per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio. Ora i sostituti procuratori della Dda di Roma, Corrado Fasanelli e Maria Teresa Gerace, hanno concluso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per Ferreri, che dovrà rispondere di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso. Quella sera di gennaio non ci scappò il morto perché il bersaglio, il giovane all’interno di una Lancia Ka, accortosi dell’agguato si abbassò repentinamente all’interno dell’abitacolo del mezzo. I cinque colpi si conficcarono sul parabrezza e nella carrozzeria del mezzo. Due anni dopo i carabinieri della sezione operativa di Cassino portano a conclusione l’operazione “La Storia Infinita”, con la quale individuarono il gruppo di spacciatori che controllava le principali piazze di smercio di droga, ai cui 12 sodali sono stati inflitti un totale di 90 anni di carcere.
Nel corso delle successive indagine, però, Elio Panaccione, posto al vertice del gruppo, decise di collaborare e dalle sue dichiarazione è scaturita una costola della prima indagine, per la quale, appunto, la Dda ha ora avanzato la richiesta di processo.

IL KALASHNIKOV
Le dichiarazioni del collaboratore, riscontrate dai militari della sezione operativa, portarono il 4 aprile 2017, anche al sequestro di un fucile mitragliatore AK/47, di 58 cartucce calibro 7,62x39 e 10 cartucce calibro 9x21, seppellite nel cortile di una scuola di Cassino.

C’è poi il capitolo dedicato agli ordigni esplosivi nel quartiere San Silvestro ai danni di un uomo del posto. Nella corposa indagine, però, non c’è solo la contestazione al 48enne campano, c’è anche una presunta associazione a delinquere dedita allo spaccio di cocaina, eroina e hashish. In totale sono 25 gli imputati, alcuni dei quali devono rispondere del vincolo associativo altri per ipotesi di spaccio. Una rete di smercio al dettaglio di droga sul quale ha messo le mani la sezione operativa di Cassino, con un nutrito numero di militari, attraverso mirate indagini portate avanti grazie alla capillare conoscenza del territorio. Decine le cessioni contestate alle persone coinvolte, residenti tra Cassino, Piedimonte San Germano, Pontecorvo, Arpino e Napoli. Per tutti il 18 novembre prossimo verrà aperta l’udienza preliminare dinanzi al Gup del tribunale di Roma. Nel pool delle difesa compaiono gli avvocati Giancarlo Corsetti, Emanuele Carbone, Mariano Giuliano, Claudio Persichino, Ernesto Cassone, Angelo Natale, Arturo Buongiovanni, Francesco Malafronte ed Emilio Roncone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA