Saluto fascista durante il pellegrinaggio? Inopportuno, ma non è reato. Assolto Modesto Della Rosa. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal Tribunale di Cassino, dove l'ex sindaco di San Giorgio a Liri ed ex deputato, era finito a processo per la violazione della legge Scelba, nella parte in cui punisce chi partecipando a pubbliche riunioni, compia manifestazioni usuali o esponga simboli riconducibili al disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste.
La Procura, nella circostanza specifica, a seguito delle indagini svolte dalla polizia, gli contestava che: «in qualità di sindaco di San Giorgio il 21 agosto 2018 in rappresentanza del Comune, durante la processione in onore della Madonna di Canneto, quindi un evento religioso, faceva più volte il saluto romano (foto), evocativo del disciolto partito fascista, esaltandone, così, i principi».
Finito nella bufera mediatica si era sempre difeso sostenendo di essersi reso protagonista di un gesto goliardico, tra lui ed alcuni concittadini sangiorgesi che, durante la processione, lo avevano salutato con un ave sindaco, parafrasando ave Cesare, al quale lui aveva risposto alzando il braccio e pronunciando un aves cives.
L'ex primo cittadino nel corso del processo, svoltosi con il rito abbreviato, ha reso spontanee dichiarazioni e chiesto scusa, sostenendo «l'inopportunità del saluto, se pur con spirito goliardico e senza finalità politiche».
Il suo difensore Giuseppe Di Mascio, invece, in punta di diritto ha cavalcato la tesi della non punibilità, richiamando la normativa e la giurisprudenza.
La mano tesa di Della Rosa, immortalata, è stata circoscritta, se pur in maniere inopportuna, ma durante una processione. Fuori da ogni contesto politico, ha concluso l'avvocato nel chiedere l'assoluzione. Il pm, aveva chiesto la condanna a venti giorni di arresto.
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