Cassino, «Per anni il compagno di mia madre ha abusato di me»: 60enne a processo

L'avvocato dell'imputato, che sta puntando a dimostrare che la ragazza fosse consenziente a quei rapporti

Il palazzo di giustizia di Cassino
di Marina Mingarelli
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 07:05

Avrebbe violentato la figlia della compagna dall'età di 12 anni. Con questa accusa è finito a processo un frusinate di 60 anni. A puntare il dito contro di lui una ragazza, oggi 25 enne. La giovane ha trovato il coraggio di denunciare i presunti abusi grazie al fidanzato che le è stato molto vicino. Le indagini hanno portato l'uomo a processo per violenza sessuale. Secondo quanto riferito dalla vittima gli abusi sarebbero terminati soltanto nel 2021 quando la giovane, che risiedeva in paese del Cassinate, è riuscita ad andarsene da casa. Per lungo tempo il patrigno, soprattutto quando la notte si trovava in casa con la figliastra, ne approfittava per infilarsi nel suo letto e stuprarla. La madre, che svolgeva il lavoro di badante, si assentava per lunghi periodi da casa, lasciando la ragazzina in balìa del patrigno. Purtroppo, ha riferito la giovane agli inquirenti che avevano raccolto la denuncia, non aveva mai avuto il coraggio di parlare alla madre del dramma che stava vivendo.

L'UDIENZA

Ieri mattina però, nel corso dell'udienza che si è tenuta presso il tribunale di Cassino, è salita sul banco dei testimoni una psicologa della scuola che frequentava la ragazza quando era ancora adolescente. La specialista ha riferito che già all'epoca dei fatti la vittima aveva manifestato dei problemi sfociati in seguito nella denuncia. A suo dire la giovane covava un rancore nei confronti della madre che non solo la lasciava quasi sempre da sola, ma che essendo molto vulnerabile si innamorava molto spesso di altre persone altalenando quel rapporto di convivenza con il patrigno. Questa cosa secondo la psicologa la faceva soffrire tantissimo. Ecco perché talvolta, bisognosa di affetto era proprio lei che si rifugiava tra le braccia del patrigno. Insomma a detta della psicologa l'uomo avrebbe approfittato di questo stato di disagio che la giovane stava vivendo. Quest'ultimo, per lungo tempo si era accontentato di rapporti sessuali incompleti. Ma una volta che la ragazza era diventa maggiorenne aveva iniziato una vera e propria storia di sesso.
L'avvocato Antonio Ceccani, difensore dell'imputato, che sta puntando a dimostrare che la ragazza fosse consenziente a quei rapporti, ieri mattina le ha chiesto in aula per quale motivo non avesse detto alla madre che non aveva fatto niente per impedirle quella continua sofferenza. A quella domanda però la 25enne non ha saputo rispondere. Si torna in aula il prossimo 11 luglio.
 

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