Omicidio, l'arrestato si difende:
«Non ho ucciso mio padre»
Le liti per il furto di un'antenna

Omicidio, l'arrestato si difende: «Non ho ucciso mio padre» Le liti per il furto di un'antenna
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 3 Agosto 2018, 15:15
Lite in famiglia finita in tragedia ad Esperia. Mario Teoli, il 30enne, disoccupato, accusato di aver ucciso il padre Antonio di 68 anni, all’alba di ieri è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Un fermo del pubblico ministero, Emanuele De Franco, al termine di una nottata d’indagini dopo la lite mortale avvenuta nell’abitazione di via Provinciale a Esperia.


Interrogato ieri pomeriggio dal Pm, ha ammesso l’ennesimo litigio con il padre, ma ha negato ogni accusa. «Non ho colpito papà. Io non sono stato»: queste le uniche parole del 30enne, condite da moltissimi «non ricordo».
Un omicidio, mille perché, ma un unico denominatore: le continue discussioni in casa. Una serie di liti in famiglia, tutte per futili motivi, dalla semplice gestione del menage familiare, al continuo rivangare le responsabili su una denuncia nei confronti di padre e figlio per il furto di un’antenna televisiva. Un fatto accaduto un anno fa (il procedimento è ancora aperto in Tribunale) e che ha definitivamente incrinato i rapporti tra i due: spesso si rinfacciavano le responsabilità di quell’episodio e le conseguenze giudiziarie che ne erano scaturite. In particolare il padre (erroneamente) pensava che una eventuale condanna avrebbe potuto sfociare in un risarcimento che avrebbe avuto, come conseguenza, la messa all’asta della sua abitazione. E questo sospetto (pur privo di fondamento) lo assillava; il solo pensiero che potesse perdere la sua abitazione all’asta lo mandava in tilt. E questo era un ricorrente motivo di lite tra padre e figlio.
Insomma, dopo la morte della madre (16 anni fa) Mario è vissuto sempre accanto al padre e ne è diventato, in qualche modo, completamente dipendente e succube. Insomma, ne è nata una difficile convivenza, aggravata dal fatto che Mario fosse disoccupato, e quindi “dipendente” anche economicamente dal padre.

LE ULTIME ORE
Ma nessuno avrebbe immaginato che si trasformasse in tragedia.
I carabinieri della compagnia di Pontecorvo, diretti dal capitano Tamara Nicolai, stanno ricostruendo le ultime ore di vita della vittima.
Il diverbio tra i due è iniziato intorno alle 21.45, quando padre e figlio, nella cucina della loro abitazione, hanno iniziato a discutere. Una parola tira l’altra, fin a quando, sostengono i carabinieri, il figlio non ha afferrato un oggetto appuntito, forse un pezzo di vetro o un coltello, ed ha colpito il padre.
Una, due, tre, quattro volte il ragazzo avrebbe colpito il padre tra l’addome e il torace.

ACCASCIATO IN CORTILE
Antonio Teoli dal primo piano della loro casa si è trascinato fino al cortile esterno dove si è accasciato vicino al pozzo. A chiamare i soccorsi è stato il figlio Mario, che, nella lite ha riportato ferite all’altezza del torace ed alcuni tagli alle mani. Ha digitato il 118 ed ha chiesto l’intervento dell’ambulanza. I sanitari quando sono entrati nell’abitazione lungo la strada provinciale che da Esperia superiore porta alla Superstrada Cassino si sono trovati di fronte a una scena terribile: un morto, un ferito e sangue dappertutto.

Hanno chiesto l’immediato intervento dei carabinieri di Pontecorvo.
Proprio i militari intorno alle 23 sono saliti a bordo dell’ambulanza che ha trasferito il presunto omicida dalla sua abitazione di Esperia all’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Qui è stato sedato a causa del forte stato di agitazione ed è rimasto piantonato. All’alba di ieri gli è stato notificato il fermo del Pm per omicidio volontario.
«Padre e figlio - hanno spiegato i carabinieri - erano già conosciuti. Più volte in passato c’erano state liti per questioni banali. Meno di un anno fa erano stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale ed in un’occasione lanciarono delle pietre ad una delle pattuglie intervenute».
Alle 13 di ieri Mario è stato dimesso e trasferito in carcere di Cassino dove, alla presenza del suo legale di fiducia l’avvocato Angelo Pollino, è stato interrogato dal Pm De Franco.

SEQUESTRATI GLI INDUMENTI
«Non ho ucciso mio padre»: queste le uniche parole del 30enne al Pm. I carabinieri hanno sequestrato gli indumenti di padre e figlio, hanno perquisito la casa e rilevato le impronte digitali.
Il Pm ha incaricato la dottoressa Daniela Lucidi di eseguire l’autopsia sul corpo del 68enne e un’ispezione anche sul corpo del 30enne, ciò per avere cognizione delle ferite sul corpo della vittima e del figlio. L’autopsia ci sarà sabato mattina nell’obitorio dell’ospedale di Cassino. Stamattina, invece, alle 11.30 ci sarà l’udienza di convalida dinanzi al Gip Salvatore Scalera. Le indagini sono tutt’altro che chiuse.
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