Si affaccian un sospetto dietro l'agguato di Alatri che è costato la vita a Thomas Bricca: i killer, quando hanno sparato, erano sotto l'effetto di droga, cocaina. Uno stato alterato che potrebbe aver indotto a fare un passo sbagliato. Magari anche un solo dettaglio, ma che può bastare agli inquirenti per incastrare gli assassini. Nell'ambiente di chi ha organizzato e messo in atto l'omicidio la droga circola non poco e viene consumata abitualmente.
Venerdì sera, dopo i funerali, si era diffusa la notizia dell'iscrizione di un indagato nel fascicolo per l'omicidio volontario.
Questo sembra essere uno dei punti fermi dell'indagine. Gli spari esplosi la sera di lunedì 30 gennaio sono la diretta conseguenza di quegli scontri, l'epilogo di una faida che andava avanti da tempo tra giovani e non del posto e il gruppo di Omar, il ventenne di origine marocchine ritenuto il vero bersaglio dei proiettili. La sera dell'agguato indossava un giubbotto di colore chiaro come quello di Thomas. È stato lo stesso Omar a raccontarlo nei giorni scorsi in una diretta Instagram. Ora è fuggito lontano da Alatri perché teme nuove rappresaglie. A suo avviso chi ha sparato quella sera si trova ancora nella città delle mura ciclopiche.
Un'ipotesi su cui da giorni stanno lavorando i carabinieri coordinati dal procuratore di Frosinone Antonio Guerriero e il sostituto Rossella Ricca. L'idea che possa essere stato assoldato un sicario da fuori, legato ad un clan nomade, ha perso quota a favore di una pista tutta locale. Gli investigatori stanno monitorando ogni spostamento, movimenti sospetti, amicizie, contatti prima e dopo l'agguato. Si stanno verificando in maniera approfondita anche gli alibi forniti dai sospettati. Qualcosa potrebbe non tornare. Il pressing investigativo cresce con il passare dei giorni e chi ha da nascondere qualcosa potrebbe commettere un errore, se non lo ha già fatto.