Avrebbe dovuto essere la partita del ruggito, della vittoria da ritrovare dopo quattro sconfitte consecutive, ma così non è stato. Quella contro il Lecce, concorrente nella lotta salvezza, per il Frosinone si è rivelata un'altra gara dal sapore amaro fatta, ancora una volta, di occasioni fallite e di leggerezze difensive (doppia nell'occasione del rigore a sfavore) pagate a caro prezzo. Di positivo, però, ci sono l'ennesima buona prestazione dei giallazzurri e il passo avanti in classifica che consente di schiodarsi da quota 23.
Per quanto visto in campo, la sensazione è che i giallazzurri abbiano lasciato altri due punti per strada: a conti fatti, sommati ai precedenti (su tutte la sconfitta di Cagliari, ma anche la beffa contro la Juve), iniziano a essere un po' troppi, soprattutto per una squadra che vuole mantenersi a distanza di sicurezza dalla zona rossa.
Ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci. Non a caso mister DiFra, nel dopogara condito di rimpianti per l'1-1 che va un po' stretto, ha esortato la squadra a fare mea culpa per le chance create e non capitalizzate nella ripresa. Un copione visto e rivisto che il tecnico cerca di modificare toccando le corde dei ragazzi e invocando, ormai da settimane, maggiore cinismo, cattiveria agonistica sottoporta e praticità. È quello che servirà, oltre a una spensieratezza rigenerata, già contro il Sassuolo: lo impone la bagarre nelle retrovie, con sette squadre, Frosinone compreso, racchiuse in appena cinque punti.