Treni soppressi e ritardi, l'odissea dei pendolari

Treni soppressi e ritardi, l'odissea dei pendolari
di Elena Pittiglio
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Sabato 11 Novembre 2023, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 10:10

 

«Anche oggi abbiamo registrato la soppressione di un treno. E non conosciamo le motivazioni». Lo sfogo arriva da Pietro Fargnoli, presidente del Coordinamento pendolari Roma-Cassino, dopo l'ennesimo disservizio ricaduto sulle teste di 1.200 pendolari della provincia di Frosinone. Quella di ieri è la telenovela a cui, ormai, da mesi sono abituati gli utenti che quotidianamente percorrono la tratta Cassino-Roma e viceversa. Il treno delle 7.11, proveniente da Caserta e diretto a Roma Termini, via Cassino, è stato soppresso senza conoscere la motivazione. Una cancellazione che ha scombussolato la giornata ai viaggiatori, costretti ad organizzarsi per poter raggiungere il luogo di lavoro. «Siamo stanchi di prendere permessi al lavoro per l'inefficienza dei treni» dicono i pendolari. Quello di ieri è l'ulteriore disagio verificatosi negli ultimi tre giorni.

I PRECEDENTI

Proviamo ad andare a ritroso per vedere cosa è accaduto nel corso della settimana. Mercoledì i treni hanno subito ritardi superiori ai 60 minuti per un guasto sulla linea Frosinone-Ceprano. Il copione continua anche nella serata di giovedì quando, quasi tutti i treni, hanno continuato ad accumulare ritardi. Si arriva a venerdì mattina: il treno delle 7.11 viene soppresso lasciando, così, i pendolari sulle banchine. «Un continuo chiedere permessi e un continuo recuperare l'orario di lavoro» affermano alcuni pendolari. «Nonostante ieri, tutto sommato, possiamo dire che il servizio sia stato regolare, abbiamo registrato la soppressione del treno delle 7.11 per il quale non sono state rese note, da parte di Trenitalia, le motivazioni». A parlare è sempre Pietro Fargnoli. «Cosa significa la soppressione di un treno?» si chiede il rappresentante del Coordinamento pendolari.

LE RIPERCUSSIONI

Una domanda a cui egli stesso prova a rispondere. «Significa riferisce che 1.200 persone non raggiungono il posto di lavoro in orario, con un ritardo variabile a seconda la destinazione finale. Questo fa sì che, nonostante i parametri di monitoraggio della qualità dicano che c'è un'altissima percentuale di treni arrivati in orario, ci sono 1.200 persone che subiscono un disagio».

LE COMPETENZE

«Come può aiutarci la Regione Lazio per dare una migliore rappresentazione di questo disagio subito dalle persone?» è la seconda domanda che si pone e alla quale risponde Fargnoli. «Il treno soppresso riferisce - è finanziato dalla regione Campania, quindi, forse, non è neanche responsabilità della regione Lazio ma, visto e considerato che dalle 6.40 alle 8.07 non esistono treni gestiti dalla Regione Lazio che partono da Cassino e arrivano a Roma, indirettamente il problema ricade sui pendolari».

L'IDEA

Il rappresentante nello stigmatizzare anche le carenze di comunicazioni che, puntualmente, si verificano quando ci sono problemi sottolinea: «La cosa che ci fa arrabbiare è che quando viene soppresso un treno, non si pensa ad aggiungere fermate ad altri treni che procedono direttamente verso Roma. Ad esempio i treni della regione Molise. Sappiamo anche continua che non vengono aggiunte altre fermate perché i treni sono pagati dalla regione Molise che non può, giustamente, risolvere i problemi del Lazio, ma così gli utenti non sono cautelati». Intanto c'è anche chi, tra i pendolari, avanza la proposta circa l'istituzione di un tavolo di trattativa tra pendolari, Trenitalia e Regione Lazio affinché si trovi una soluzione al problema relativo al trasporto ferroviario, ormai, diventato la croce di migliaia di persone che da mesi vivono con la paura di non riuscire a raggiungere il posto di lavoro, la mattina, e di rincasare tardi, la sera.

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