Frosinone e Sora promosse nel segno dell'antica rivalità, quei tifosi dal Liri allo "Stirpe" ma senza dirlo in giro

I destini delle due società ormai lontani, ma resta la memoria dei "derby" infuocati

Frosinone e Sora promosse nel segno dell'antica rivalità, quei tifosi dal Liri allo "Stirpe" ma senza dirlo in giro
di Beniamino Cobellis
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Venerdì 5 Maggio 2023, 09:28

Nell'anno della terza promozione in Serie A del Frosinone, anche il Sora, dopo svariati tentativi, è riuscito a stravincere il campionato di Eccellenza con due mesi di anticipo e a centrare il salto in Serie D, dove mancava da 8 anni, quando il sodalizio bianconero scomparve per la seconda volta in 10 anni dal panorama calcistico nazionale. Il professionismo in riva al Liri, invece, manca dal 2005, quando le difficoltà societarie fecero fallire il club dopo ben 13 anni tra Serie C2 e C1.

Negli anni 90 e ad inizio del 2000 Sora e Frosinone si sono incrociate più volte, dando vita a derby infuocati e seguiti da tanti tifosi, con gli spalti dei rispettivi stadi, il Tomei e il vecchio Matusa, stracolmi di tifosi, che a volte sono venuti anche alle mani.

Una rivalità che si accese proprio in quegli anni per poi proseguire anche dopo, quando le due squadre hanno preso strade opposte, senza incontrarsi più.

I giallazzurri, sotto la presidenza di Maurizio Stirpe, hanno conquistato prima la Serie B e poi per tre volte la A, mentre i bianconeri non hanno mai trovato una stabilità societaria, specchio del divario economico tra le due città, andando su è giù tra Prima categoria e Serie D negli ultimi 18 anni, mangiando il pane duro dei campionati regionali. I tifosi volsci non hanno mai abbandonato i loro colori, seguendo il club in centinaia anche in campi polverosi di terra, mentre il Frosinone costruiva lo stadio di proprietà e veleggiava verso l'olimpo del calcio italiano. Ma la rivalità è rimasta, anche con 4 categorie di differenza.

L'annessione maldigerita

Una rivalità che deriva anche da un passato storico diverso, con Sora e dintorni che fino all'unità d'Italia facevano parte del Regno delle Due Sicilie e poi della provincia di Caserta, fino a che il regime fascista nel 1927 la accorpò alla neonata provincia di Frosinone. Una decisione maldigerita dai sorani, che si sono sempre considerati facenti parte del nord dell'antica Terra di Lavoro del Regno borbonico più che della Ciociaria, oltre a sentirsi declassati, anche se decenni dopo l'undici guidato da mister Claudio Di Pucchio riuscì a raggiungere per la prima volta la serie C proprio allo stadio Matusa nello spareggio contro il Sulmona, vinto 2-0 con le reti di Luiso e D'Ambra, il 31 maggio 1992.

Una sorta di rivincita sportiva sulla sudditanza amministrativa, che adesso è quasi impossibile da ripetere, anche se a Sora le promozioni in Serie A del Frosinone non sono mai state festeggiate, ma viste con una certa delusione sportiva, anche se molti sorani che non hanno vissuto la rivalità nata 30 anni fa oppure che amano il calcio vanno a vedere le partite di alto livello allo stadio "Benito Stirpe", ma senza dirlo troppo in giro. Gli anni passano, le categorie di differenza sono tante, ma sotto sotto la rivalità resta, anche se nell'ultimo campionato di Eccellenza il Sora ha messo in luce il gioiellino classe 2005 Andrea Evangelisti, esterno destro/mezzala ex Primavera giallazzurra, mandato in prestito in riva al Liri a farsi le ossa e rivelatosi di grandi prospettive. Una sorta di collaborazione, che potrebbe anche continuare, ma sempre dicendolo a voce bassa.
 

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