Depuratori inadeguati, anche Ceccano rischia il blocco: le industrie tremano. Nuova grana per il Consorzio del Lazio

Nicola Zingaretti con Francesco De Angelis
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 27 Agosto 2022, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 09:09

 Come se non bastassero i rincari dei costi energetici e delle materie. E neppure la crisi internazionale legata alla guerra in Ucraina né tantomeno l'incertezza politica in vista del voto del 25 settembre. In provincia di Frosinone gli industriali rischiano di aver un problema in più. Niente paura, è sempre lo stesso, irrisolto da anni: i depuratori.
Nei giorni scorsi l'amministratore giudiziario di AeA, la società controllata dal Consorzio industriale del Lazio che gestisce gli impianti, è stato costretto a bloccare il depuratore di Villa Santa Lucia. Lo svuotamento delle vasche per la periodica manutenzione ha fatto emergere una situazione disastrosa: fanghi stratificati nel tempo che non è facile rimuovere. L'intervento sarà più complesso e lungo del previsto. All'incirca fino alla metà di settembre. Il blocco del depuratore ha comportato anche il fermo della cartiera Reno de Medici: i 300 dipendenti ora sono in cassa integrazione.


Il problema però è solo la punta dell'iceberg.

L'impianto di Villa Santa Lucia si è ritrovato in quelle condizioni perché inadeguato a trattare i reflui industriali. Del resto era stato concepito per trattare quelli civili e nel corso degli anni non è mai stato adeguato. E così le gravi carenze, che hanno comportato pesanti conseguenze ambientali, sono finite al centro dell'inchiesta Acque nere, che ne ha determinato il sequestro. L'amministratore giudiziario non intende rinviare per altro tempo l'ammodernamento e con forza si è appellato a Regione Lazio e Consorzio industriale. I soldi (4,5 milioni di euro) sono stati stanziati. Ora tocca tirarli fuori per procedere al più presto ad eseguire i lavori. Entro la fine del mese l'amministratore giudiziario attende una risposta. E non solo per l'impianto di Villa Santa Lucia.

I RISCHI

Perché in una situazione identica si trova il depuratore industriale di Ceccano, anche questo finito sotto sequestro, per i presunti illeciti nello smaltimento dei fanghi e degli scarichi inquinanti nel fiume Sacco. Pure per questo depuratore l'amministratore giudiziario di AeA attende una risposta sulle risorse a disposizione per adeguarlo alle esigenze delle industrie e a quelle ambientali. In caso contrario anche per il depuratore di Ceccano si prospetta un blocco. Eventualità che per il comparto industriale della Ciociaria sarebbe un disastro. Oltre 200 aziende non saprebbero più dove scaricare i propri reflui e quindi, come avvenuto ora per la cartiera Reno de Medici, sarebbero costrette a bloccare l'attività produttiva.

Uno scenario che ad oggi nessuno può e vuole immaginare, ma con i depuratori, quasi dei reperti di archeologia industriale, tocca aspettarsi il peggio. Sono anni anche che in provincia si tira la corda. La pezza è stata peggiore del buco. L'affidamento della gestione alla società AeA si è rivelato un fallimento. Oggi la società è stata azzerata dalle inchieste giudiziarie ed è controllata da un amministratore nominato dal tribunale, il commercialista Massimo Barillaro. Quest'ultimo è stato sin troppo chiaro: sull'inquinamento non sono ammesse deroghe. Quindi o si fanno i lavori attesi da anni oppure si ferma tutto.

La notizia del blocco del depuratore di Villa Santa Lucia e della Cartiera Reno de Medici è passata quasi sotto silenzio. All'appello lanciato dall'amministratore giudiziario la Regione Lazio non ha risposto, così come il Consorzio industriale del Lazio. Il presidente di quest'ultimo, Francesco De Angelis, con il caso Ruberti, è alle prese con ben altre grane. Intanto i giorni passano. E atteso che riesca a superare la tempesta che si è abbattuta su di lui, De Angelis prima o poi, più prima che poi, dovrà dare delle risposte. Se si dovessero fermare i depuratori, al confronto, quella che si è scatenata in questi giorni, potrebbe essere una bazzecola.
 

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