Da Cassino in Polonia in auto per portare in salvo una famiglia di amici ucraini

Da Cassino in Polonia in auto per portare in salvo una famiglia di amici ucraini
di Elena Pittiglio
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Tania, suo marito e i suoi piccoli hanno ancora il terrore negli occhi. In pochi minuti hanno dovuto lasciare tutto: casa, lavoro, affetti. Sono arrivati domenica notte dall'Ucraina. E, ieri mattina, hanno voluto essere presenti al Parco Baden Powell dove la città si è ritrovata per dire no alla guerra. A portare in salvo Tania e la sua famiglia sono stati gli amici che da 14 anni vivono a Cassino.

«La notte che hanno iniziato a bombardare riferisce la famiglia che al momento li accoglie in casa ci hanno chiamato in lacrime dicendo: Qui stanno bombardando'. Un grido di aiuto che non poteva lasciarci indifferenti. Così abbiamo detto loro di procurarsi un'auto per superare il confine e raggiungere, al più presto, la Polonia. Noi li avremmo raggiunti lì». Da Cassino si sono messi in viaggio alle 17 di venerdì pomeriggio.

Tania, suo marito e i suoi bambini intanto raggiungevano il confine.

Superarlo era un'impresa. Le auto creavano una fila di oltre 20 km. Tempo da perdere non c'era, hanno pensato la donna e il suo consorte. Per fuggire dall'inferno, sono scesi dalla macchina e hanno camminato a piedi per più di 8 km. In questo modo sono riusciti a mettersi in salvo, rifugiandosi all'interno di un supermercato. Nei locali hanno atteso, a digiuno, per 19 ore l'arrivo degli amici ucraini di nascita ma, ora, cassinati a pieno titolo.

L'impegno del Comune

Aiutate il nostro popolo l'appello rivolto al sindaco Enzo Salera. Il sindaco ha terminato di parlare da pochi minuti dinanzi alla folla presente nel Parco, quando si avvicina ai primi profughi, giunti nella notte a Cassino, e dice: «Metto a disposizione la casa di mia madre. Accanto alla mia abitazione c'è casa di mia madre dove, nell'ultimo periodo della sua vita, ha vissuto con una signora ucraina che l'ha accudita riferisce Salera apro quella abitazione per accogliere chi arriverà». La comunità ucraina commossa ringrazia. Ma il primo cittadino non mette a disposizione soltanto il miniappartamento di sua proprietà.

«Il Comune ha degli appartamenti nello stabile dove si effettuano i tamponi, stiamo sistemando anche quelli. Ci stiamo organizzando per un'eventuale emergenza profughi. Inoltre, l'amministrazione sta già provvedendo ad inviare i primi aiuti al popolo ucraino» annuncia Salera. «Abbiamo continua - rimesse cariche di alimenti che già nelle prossime ore, appena ci diranno come e dove, faremo partire. Stiamo organizzando un Coordinamento di volontari, coinvolgendo anche la Caritas e la Casa della Carità, per far fronte alle emergenze», sottolinea ancora Salera.

Il parco Baden Powell, ieri mattina, era colorato dalle bandiere della pace. C'erano i giovani della Banda don Bosco. Anche l'Ateneo si organizza per ospitare un gruppo di studenti ucraini. «La comunità accademica afferma il rettore Marco Dell'Isola già accoglie quattro studenti ucraini. Siamo in attesa di accoglierne altri sei. Accoglieremo nelle nostre strutture i ragazzi, i quali precisa al momento hanno difficoltà ad entrare. Stiamo dando, inoltre, tutto il supporto necessario per mantenere in contatto i ragazzi che sono già qui con le loro famiglie».

Dal parco Baden Powell in serata le autorità, la comunità ucraina e i cittadini si sono trasferiti per la veglia di preghiera nella chiesa di San Giovanni, presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo.
 

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