Frosinone, ripartono gli ambulatori: tanto arretrato dopo tre mesi di blocco, ma poche risorse per gli extra

Frosinone, ripartono gli ambulatori: tanto arretrato dopo tre mesi di blocco, ma poche risorse per gli extra
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 30 Maggio 2020, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 15:07

Il 3 giugno anche nella Asl di Frosinone riprenderanno tutte le prestazioni sanitarie (attività specialistiche ambulatoriali e screening di primo livello) sospese a marzo a causa dell’emergenza Covid, ma il ritorno alla normalità, per paradosso, rischia di essere più difficile dell’emergenza che ne ha causato il blocco. Perché se la coperta era corta prima, ora potrebbe essere cortissima. E il motivo è facilmente comprensibile.

Alla difficoltà cronica di garantire le prestazioni nell’orario ordinario a causa della carenza di organico, ora si aggiunge un altro problema non proprio trascurabile: recuperare l’enorme mole di arretrato che si è andata a creare con tre mesi di fermo di tutte le attività.

Mario Rossi quando potrà sottoporsi alla visita cardiologica che aveva prenotato per aprile ed è saltata? Carla Bianchi quando potrà sottoporsi all’intervento chirurgico all’ernia programmato per fine marzo ed è stato rinviato perché non urgente? E come recuperare tutte queste prestazioni pregresse garantendo allo stesso tempo quelle correnti? Belle domande. Che per ora hanno trovato risposte ritenute inadeguate.

Le linee guida della Regione - La Direzione Salute della Regione Lazio una decina di giorni fa ha inviato ai direttori aziendali le linee guida per la ripartenza dell’attività ambulatoriale specialistica negli ospedali.

Nel documento si dice che per recuperare l’enorme mole di lavoro arretrato si può fare ricorso all’acquisto di prestazioni aggiuntive, ossia lavoro fornito da medici e infermieri al di fuori dell’orario di servizio. Di fatto l’unico modo per sopperire agli straordinari che non si fanno più perché non vengono pagati.

Nel documento, tra le possibili soluzioni, si suggerisce quella di aprire i presidi sanitari anche nelle ore serali e nelle giornate di sabato e domenica. Bene, benissimo, ma come viene pagato questo lavoro extra? Con le prestazioni aggiuntive, appunto. Ma è più facile a dirsi che a farsi.

I paletti - La Regione Lazio, infatti, ha precisato anche che questa modalità di lavoro extra può essere concessa per «un ammontare massimo di 15/20 ore mensili». E comunque il limite individuale, aggiunge la Direzione salute della Regione, non potrà comportare il superamento delle 48 ore settimanali, come previsto dalla normativa in materia.

Questi paletti per il ricorso alle prestazioni aggiuntive però, secondo gli operatori sanitari, sono insufficienti per smaltire tutto il lavoro pregresso.

Una situazione eccezionale (tre mesi di fermo) che non può essere affrontata applicando in maniera così stringente le regole sul lavoro extra. Il confronto è in corso e per quanto riguarda la Asl di Frosinone è previsto un incontro con la direzione sanitaria per il 4 giugno.

Avviso pubblico per il manager - Intanto la Regione ha integrato l’avviso pubblico per il conferimento degli incarichi di direttori generali delle Asl laziali. Nell’elenco delle aziende sanitarie è stata inserita anche quella di Frosinone. Modifica resasi necessaria dopo le dimissioni del manager Stefano Lorusso che dal primo giugno Stefano Lorusso lascerà la guida della Asl ciociara per assumere un incarico presso il Ministero della Salute. Nelle more della nomina del nuovo direttore generale, l’incarico sarà ricoperto dal direttore sanitario Patrizia Magrini.

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