Coronavirus Frosinone, il manager Asl scrive ai direttori sanitari: «L'epidemia non è finita»

Il direttore generale facente funzioni della Asl di Frosinone Patrizia Magrini
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 6 Luglio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 08:57

Le erano stati comunicati alcuni cambiamenti in linea con un progressivo ritorno alla normalità, ma il direttore generale facente funzioni della Asl di Frosinone Patrizia Magrini ha preso carta penna e ha scritto ai direttori sanitari avvertendo a lettere cubitali: «L’epidemia non è finita». Quindi tutto resti così com’è.

Il cambiamento, in particolare, avrebbe dovuto riguardare Nefrologia con il rientro in possesso dei sei posti letto che oggi compongono l’area grigia destinata ai casi sospetti di Covid in attesa di ulteriori accertamenti per valutare il ricovero o meno nel reparto di Malattie Infettive. D’altra parte il trend dei contagi di quest’ultima settimana anche in provincia di Frosinone sembrano dare ragione ai timori della manager.

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Seppure lontani dai numeri dell’emergenza, il virus continua a circolare. Anzi in questi ultimi giorni si sta ripresentando un dato che per qualche settimina sembrava scomparso: i tamponi eseguiti sui pazienti sospetti hanno dato subito esito positivo. Nei casi delle scorse settimane, invece, la probabile presenza del virus emergeva quasi sempre soltanto le Tac.

Va detto che i casi di contagio riscontrati negli ultimi giorni sono quasi tutti “importati” come nel caso della donna di Pontecorvo al rientro da una viaggio in Perù, ma anche quello dell’anziano romano portato in stato confusionale al pronto soccorso dello “Spaziani” e poi risultato positivo al coronavirus.

Qualche giorno fa c’è stato anche il caso di un ragazzo di 19 anni, in cura per altre patologie presso un ospedale di Roma, dove con tutta probabilità è avvenuto il contagio. Questo rassicura sul fatto che per ora in provincia di Frosinone non si registrano focolai, al contrario di quanto invece sta avvenendo a Roma e in provincia.

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Intanto l’avvio della cosiddetta Fase 3, ossia il ripristino della quasi normalità dei servizi ospedalieri, si sta rivelando più complicata del previsto. Lo stravolgimento causato dall’emergenza Covid ha esasperato questioni annose come la carenza di organico e le liste di attesa.

Nei giorni scorsi la Asl ha indetto un avviso per incarichi a tempo determinato, con contratti da 38 settimanali, per attività specialistiche ambulatoriali. Il bando scade il 18 luglio. Il reclutamento serve in particolare a recuperare le prestazioni ambulatoriali, oltre 62mila, sospese durante i mesi dell’emergenza.

Per recuperare l’enorme mole di arretrato la Asl, sulla base di un piano approvato la scorsa settimana, ricorrerà all’acquisto di prestazioni aggiuntive, ma con tutta probabilità l’attività di recupero delle prestazioni sarà anche esternalizzata alla case di cura accreditate o autorizzate. Questo dipenderà dalle adesioni, ancora in corso, del personale dipendente al progetto con le prestazioni aggiuntive, ma anche dalla risposta all’avviso per le attività specialistiche ambulatoriali.

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Lo smaltimento di tutta l’attività sospesa, che ricordiamo per ora non è ancora partito, comporterà una spesa stimata in poco più di 3 milioni di euro. Il tema del recupero prestazioni ambulatoriali e del riavvio delle attività di screening è comunque centrale per la tenuta sanitaria, in termini di prevenzione e cura di, della popolazione della provincia di Frosinone.

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