San Donato, persi 100 abitanti in 42 mesi. Il sindaco: «La Val di Comino diventi una città»

Il paese, tra le principali mete turistiche, è sceso sotto i 1.900 residenti. Pittiglio rilancia l'idea di un Comune unico

San Donato, persi 100 abitanti in 42 mesi. Il sindaco: «La Val di Comino diventi una città»
di Stefano De Angelis
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Martedì 21 Marzo 2023, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 22:45


Più di tre anni fa i residenti sono scesi per la prima volta sotto i duemila. Ora sono meno di 1.900. Un dato che è costantemente monitorato dal sindaco Enrico Pittiglio. A San Donato Val di Comino, infatti, una delle principali mete turistiche alle porte del Parco nazionale, il mese di febbraio si è chiuso al ribasso: il totale dei cittadini iscritti all'anagrafe si è fermato a 1.897. In pratica, facendo un confronto, negli ultimi 42 mesi il paese ha perso cento abitanti. Appena sette anni fa, a gennaio 2016, si contavano 2.109 tra uomini e donne. E anche qui a risentirne è il centro storico, con diverse case vuote.

Qualcosa, nel frattempo, è mutato anche nel panorama economico e commerciale: non ci sono più la macelleria, l'ortofrutta e il barbiere. E così, per chi vuole acquistare carne fresca, l'unica soluzione sono un paio di alimentari: si riforniscono di vaschette preconfezionate alcuni giorni a settimana.

COMMERCIO
Nella zona centrale due esercizi, un bar e una cartolibreria, sono in vendita e per un altro, una pizzeria (ora chiusa), c'è un annuncio di affitto. Di contro, però, già da qualche tempo ne sono sorti di nuovi, ben sette. Si sommano alle altre attività che compongono la mappa nell'area urbana: in totale (tra bar, alimentari, panifici, ristoranti, cartolibrerie, negozi di abbigliamento e altro, compresa l'autofficina) sono trentacinque. Altre sono dislocate fuori dall'abitato. In centro, poi, oltre ad alcune strutture ricettive, ci sono anche l'ufficio postale, la farmacia e la banca.

Ad ogni modo la decrescita degli abitanti è tra le questioni in cima all'agenda del primo cittadino. Pittiglio è consapevole che si tratta di una delle principali sfide.

Così da un lato snocciola una serie di azioni intraprese, dall'altro chiede interventi di governo e Regione per ridare forza ai piccoli comuni. Quali? «Sburocratizzazione e progettualità efficaci per potenziare i servizi, anche in chiave posti di lavoro». Non solo: «Come prima cosa - spiega - bisognerebbe rimettere in moto i Comuni, facendoli uscire dalla cronica carenza di personale».

CURVA DEMOGRAFICA
«Per contrastare il calo della popolazione - aggiunge Pittiglio - serve un piano strategico nazionale incentrato sul rilancio dei territori e con incisive misure di Stato e Regione. Mi spiego: sono quattro-cinque anni che si parla di aree interne, ma le ricadute sono state minime. In Valle, inoltre, nel tempo è arrivata una pioggia di finanziamenti per il turismo, ma ad oggi sono nate poche imprese di settore. In questo ambito, invece, si dovrebbe incentivare la creazione di aziende, come le startup, attraendo investitori. Un altro esempio è sul Pnrr: era un'occasione per ragionare in termini di comprensori, prevedendo opere in grado di fare da traino per lo sviluppo e non doppioni inutili a pochi chilometri di distanza. La strada, dunque, dev'essere un'altra: è necessaria una seria pianificazione che porti a risultati tangibili».

Per il primo cittadino il destino dei piccoli centri è legato al sistema Paese che s'intende perseguire: «Il pericolo - dice - è quello di essere travolti da un'alluvione che parte da monte e arriva a valle». Poi evidenzia: «I paesi sono a rischio anche per l'incertezza legislativa: ogni tanto spunta l'ipotesi accorpamento, poi non se ne sente più parlare. E ciò ha indebolito i Comuni».

La disamina del sindaco si sposta poi sul paese che guida da nove anni: «San Donato è ancora un'isola felice. Nel rapporto aperture-chiusure dei negozi è in controtendenza a vantaggio delle prime. Lo stesso vale per le attività agricole. In totale sono attive circa 250 partite Iva. Su questo è essenziale un aspetto: i cittadini devono sostenere il commercio locale. Poi per rendere il paese più attrattivo è anche una questione di scelte e noi le abbiamo fatte». Il riferimento è alle opere: l'abbellimento della via centrale con una nuova pavimentazione, la riqualificazione di cinque piazze, del centro storico e degli impianti sportivi. E si sta accelerando per il wi-fi gratuito. «Oltre al decoro - prosegue - abbiamo puntato su altro: l'ex scuola media presto diventerà struttura socio-sanitaria e il progetto di una società per l'estrazione di anidride carbonica per fini industriali nell'area di Polla Monticchio è in conferenza dei servizi. Ciò contribuirà a creare nuova occupazione».

SEMPLIFICAZIONE
Per Pittiglio Stato e Regione dovrebbero agire su un doppio binario: normativo e programmatico. «Una delle priorità - sottolinea - è velocizzare gli iter per gli interventi pubblici e privati, anche nei centri storici. A San Donato, ad esempio, è stato già completato il cablaggio per fibra ottica e banda larga, ma i tempi di attivazione stanno diventando lunghi. Non è possibile. Le infrastrutture digitali sono fondamentali sia per contrastare lo spopolamento sia per mantenere il livello di competitività dei territori».

E poi incalza su altri temi: «C'è quello dello sviluppo sostenibile e della fruibilità della montagna per calamitare visitatori: non può restare teoria. Va istituito un tavolo con Regione e Parco per progetti mirati. C'è quello dei trasferimenti statali e dei servizi essenziali. C'è quello della sanità: serve una riorganizzazione che coinvolga i medici di base per assicurare un'assistenza continuativa».

VALLE UNITA
Il sindaco di San Donato, inoltre, rilancia una questione centrale. «È arrivato il momento di iniziare a discutere della possibilità di creare un unico grande comune della Val di Comino. Su questo bisogna aprire un confronto coinvolgendo i cittadini. Si darebbe vita a una Valle più forte. Non si può più pensare di avere una scuola, un campo di calcio e così via in ogni centro: al contrario si dovrebbe puntare a sviluppare le vocazioni dei singoli paesi e diventare così una città».

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