San Donato e il calo demografico, i residenti: «Puntare sul turismo montano e allungare la stagione estiva»

San Donato e il calo demografico, i residenti: «Puntare sul turismo montano e allungare la stagione estiva»
di Stefano De Angelis
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Martedì 21 Marzo 2023, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 12:46


«Un tempo c'era la Fiat di Piedimonte che dava lavoro a tante persone. A San Donato, così come in altri centri della Valle, era una fonte di reddito per decine di famiglie. Ora non è più così». Tra gli anziani è anche questo uno dei pensieri ricorrenti per cercare di dare una spiegazione alla mancata crescita degli abitanti.

San Donato è un paese che cambia volto nei mesi estivi con il turismo: quasi non dorme ad agosto e quasi fatica a contenere chi ritorna o arriva per trascorrere le ferie. «Ma l'estate poi finisce e allora bisognerebbe cercare di allungarla, altrimenti d'inverno si va in sofferenza - dicono alcuni operatori commerciali -.

Si potrebbe provare a spalmare la programmazione degli eventi estivi in un arco temporale più ampio, magari da maggio a settembre, anziché concentrarla nel periodo clou».

San Donato si trova a un tiro di schioppo dal cuore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ed è circondato da paesaggi incantevoli. Da anni si fregia della Bandiera arancione, cioè è inserito tra i borghi più belli d'Italia; ha un centro storico suggestivo; è ricco di storia e di storie. Da alcuni mesi ha aperto i battenti anche il museo del Novecento e della Shoah, un viaggio nel passato per scoprire, ricordare e non dimenticare. Finora è stato visitato da circa duemila studenti della provincia. Ma non è l'unica struttura pubblica: ci sono anche un ostello, un teatro e un museo geologico.

Non solo: a qualche chilometro di distanza, in direzione Pescasseroli, c'è una stazione sciistica. Da anni è ferma; eppure è riconosciuta da una legge regionale del 1990 e non è poca cosa. Nonostante ciò per diversi cittadini potrebbe rappresentare una possibilità in chiave rilancio, al pari del patrimonio ambientale. «La nostra forza sono le montagne, ma ad oggi sono pressoché improduttive - sostengono -. Bisognerebbe valorizzarle, renderle maggiormente fruibili e farle vivere tutto l'anno con un flusso continuo di amanti del verde». Altri sottolineano: «Si potrebbe pensare di diventare una sorta di cittadella degli sport di montagna, attirando escursionisti, appassionati di mountain bike, di arrampicate, di trekking, deltaplanisti e praticanti di altre discipline». Chi ritiene che vadano riattivati gli impianti nella zona conosciuta come "La Valletta" osserva: «Una soluzione potrebbe essere quella di realizzare un anello per lo sci di fondo in collaborazione con i comuni del versante abruzzese».

Uno dei principali disagi segnalati dalla popolazione è la mancanza di una macelleria. «Per il resto si trova un po' tutto. Ma tocca anche a noi cittadini dare ossigeno alle attività commerciali del luogo per continuare a poter contare su una serie di servizi».

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