Alatri, ringerazione urbana:
Tarquini sonda i giovani elettori

Alatri, ringerazione urbana: Tarquini sonda i giovani elettori
di ANDREA TAGLIAFERRI
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Mercoledì 14 Novembre 2018, 10:03
Che l’idea di una totale apertura della macchina comunale e di una condivisione democratica della sua gestione fosse nei programmi del candidato sindaco Tarcisio Tarquini è cosa nota, avendolo ribadito ad ogni incontro elettorale durante la scorsa campagna per le comunali. Oggi, tuttavia, questa idea diventa più concreta, anche se dall’opposizione, con un gesto abbastanza inusuale da parte di un consigliere comunale. Tarquini, infatti, in vista della prossima riunione dell’Assise cittadina, che si svolgerà nei prossimi giorni (la decisione ultima dipende dalla riunione dei capigruppo che si terrà stasera) lancia una sorta di sondaggio ai cittadini di Alatri, in particolare ai più giovani, su uno dei temi più importanti che verrà discusso in Consiglio, ovvero quello sull’approvazione definitiva del Regolamento sulla cosiddetta “Rigenerazione Urbana”. Questa norma, non è altro che l’applicazione locale di una legge della Regione Lazio che, in continuità con il concluso e discusso Piano Casa, permetterà interventi di recupero ed efficientamento edilizio e di cambiamento di destinazione d’uso per attività produttive, con aumenti premiali di cubatura fino al 20 per cento. Il piano era già stato approvato in via preliminare dal Consiglio comunale e in quell’occasione Tarquini non espresse il proprio voto abbandonando l’aula, rimandando il proprio giudizio alla seduta successiva in cui sarebbero dovute arrivare le eventuali osservazioni da parte della Regione. Osservazioni che l’ente regionale non ha ritenuto di esprimere dando, quindi, il via libero al piano alatrense.
E' un atto importante- dichiara Tarquini- che segnerà il profilo urbanistico della nostra città per i prossimi decenni. Le mie perplessità, dichiarate in sede di approvazione provvisoria, si possono riassumere in tre argomenti: 1) la legge regionale, e dunque il Regolamento del comune di Alatri, esclude dai piani di rigenerazione il centro storico, e cioè la parte della città che ne avrebbe più bisogno, basti pensare alla fatiscenza di edifici privati e, soprattutto, pubblici e di intere zone da “rigenerare”; 2) ad Alatri non ci sono strumenti urbanistici che permettano di dare un quadro coerente e compatibile agli interventi di rigenerazione che dovessero essere proposti (per esempio mancano i piani particolareggiati e le perimetrazioni delle aree esterne abitate – graficizzate in quattordici “palle - sono molto "flessibili"), questo significa che tutto viene ricondotto a un “patteggiamento” tra privato e comune, al di fuori di un quadro complessivo che evidenzi l’interesse generale, che non è la somma degli interessi dei singoli ma qualcosa che li riassume e nello stesso tempo li trascende; 3) la capacità di controllo dell'amministrazione (dimostrata dalla storia degli ultimi decenni) è pressoché nulla, spesso si esaurisce in contestazioni cartacee prive di qualsiasi effetto, e questo autorizza a temere che sotto le autorizzazioni per progetti di rigenerazione - che peraltro – sottolinea Tarquini - in alcuni casi prevedono come incentivo l'aumento delle cubature - possano poi svilupparsi altri abusi, completando la devastazione urbanistica del nostro territorio”.
Dal momento che queste decisioni avranno influenza sulla città e il suo aspetto per decenni, l’esponente di “Alatri in Comune” si rivolge direttamente ai cittadini, ai professionisti del settore, nonché ai giovani che saranno poi coloro che vivranno in città nel prossimo futuro, per chiedere il loro parere da condensare, poi, in una posizione in sede di voto consiliare. Una novità nel panorama politico locale, una sorta di mini referendum popolare per arrivare ad una scelta più consapevole e condivisa.
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