LA PROPOSTA
Se la proposta di prevedere un nuovo “Stato di avanzamento dei lavori”, che permetta di contabilizzare tutti quelli dell’anno, ha buone possibilità di essere accolta (anche eventualmente nel decreto Milleproroghe) la proroga propriamente detta rappresenterebbe un cambiamento di rotta da parte dell’esecutivo. Per di più in una fase in cui l’impatto della misura originariamente proposta dal Movimento Cinque Stelle (ma poi a lungo sostenuta da un ampio schieramento trasversale) è additato da Giancarlo Giorgetti e da Giorgia Meloni come il problema principale dei conti pubblici del Paese. Il 110 per cento «ci ha lasciato un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità» ha detto ieri la presidente del Consiglio.
È durata invece lo spazio di una sera l’idea del governo di portare a 72 anni l’età massima della pensione per i medici ospedalieri e gli universitari, che in questo modo avrebbero potuto arrivare alla soglia oggi riservata ai medici di famiglia. In pratica l’aggiustamento sarebbe stato di due anni su base volontaria, rispetto agli attuali 70. Era un’opzione che però non piaceva ai sindacati del settore, i quali nel febbraio scorso erano riusciti a far saltare un provvedimento analogo. Così alla fine l’esecutivo, per bocca del ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani, ha deciso di rinviare a tempi migliori la presentazione della proposta. Poco prima era arrivata la reazione dell’Anaao-Assome, che con il segretario Pierino Di Silverio parlava di «insulto alla categoria». Proprio oggi è in programma lo sciopero nazionale della sanità, originariamente proclamato per contestare, tra l’altro, il taglio delle aliquote di rendimento dei sanitari e di altre categorie del pubblico impiego. Una norma, quella contenuta nell’articolo 33 della legge di Bilancio, sulla quale il governo era parzialmente corso ai ripari esentando dalle penalizzazioni pensionati di vecchiaia e attenuando gradualmente la stretta sui medici che accettavano di trattenersi di più in servizio.