L’ultimo giudizio, il più atteso, è arrivato. Ed è andato meglio del previsto. Moody’s non solo ha confermato il suo rating sul debito italiano a Baa3, ma ha migliorato l’outlook, la previsione, passata da «negativa» a «stabile». Il verdetto dell’agenzia americana tiene conto delle buone prospettive di medio termine dell’Italia, grazie soprattutto alla spinta del Pnrr. E alla buona salute del settore bancario e al basso livello di indebitamento delle famiglie e delle imprese. Anche la “crisi” energetica sembra essere ormai stata assorbita grazie alle misure del governo con la diversificazione delle fonti. «Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia. È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell’Italia», ha commentato a caldo il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti.
Fitch conferma il rating BBB dell’Italia: «Le prospettive restano stabili»
Il giudizio di Moody's
Nella sua analisi l’agenzia americana ha rilevato come il debito resti alto, attorno al 140 per cento del Pil, e come il costo degli interessi assorbirà molte risorse.
Il passaggio
All’appuntamento Roma arriva alla luce dei numeri delle previsioni economiche d’autunno diffuse mercoledì scorso, che hanno certificato un Pil debole nel 2023 (+0,7%) e che faticherà a risalire nei prossimi due anni, ma anche di un deficit dato in graduale calo, a differenza del debito che rimane su valori d’allerta, sfiorando il 141%. Dalla tabella allegata alla scheda tecnica dedicata all’Italia nelle previsioni d’autunno, è possibile ricavare in filigrana qualche anticipazione rispetto a ciò che dovrebbero contenere le pagelle alla manovra. La penultima voce cita, infatti, il saldo di bilancio strutturale, l’indicatore che monitora la situazione dei conti pubblici al netto del ciclo economico e delle misure una tantum: per l’Italia dovrebbe passare dal 6,1% del 2023 al 5,1% del 2024, migliorando così di un punto percentuale. Facendo meglio di quanto indicato nelle raccomandazioni sulla politica di bilancio adottate dal Consiglio prima dell’estate: un documento di riferimento che, al paragrafo 24, considerata «appropriato» per l’Italia un miglioramento del saldo di bilancio pari almeno allo 0,7% del Pil. Insomma, i numeri già agli atti sembrano lasciare presagire perlomeno qualche segnale positivo. E “promosso” dovrebbe essere pure il graduale ritiro delle misure di sostegno contro il caro-bollette chiesto dall’Ue.