Imu, dalla sanatoria tesoretto di 2 miliardi: si potrà recuperare il 30% del non riscosso

Roma studia la norma. Favorevoli Perugia e Pescara, contraria Firenze

Imu, dalla sanatoria tesoretto di 2 miliardi: si potrà recuperare il 30% del non riscosso
di Michele Di Branco
4 Minuti di Lettura
Sabato 30 Settembre 2023, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 08:23

Un recupero di gettito di 2 miliardi di euro a fronte di una evasione certificata di 5,7. I sindaci hanno cominciato a fare valutazioni sulla strategia del governo che, attraverso la riforma fiscale, punta a concedere mani libere e autonomia ai Comuni in materia di sanatorie su Imu, Tari, cartelle e multe. Ma intanto l’Anci l’associazione che rappresenta gli oltre 8 mila primi cittadini, ha cominciato a fare le prime stime prefigurando, appunto, un recupero di oltre il 30 per cento del non riscosso. Ma a patto, aggiungono fonti Anci impegnate sul dossier, «che il governo potenzi gli strumenti attraverso i quali dare la caccia a chi non versa i tributi locali». Come a dire che le sanatorie sono solo un arto di una operazione che deve viaggiare su due gambe: mano tesa ma anche punizioni per chi froda in fatto di Imu, Tari e balzelli locali. La delega fiscale del governo fa comunque discutere. 

LO SCONTO

A Napoli, ad esempio, suscita interesse l’idea di uno sconto del 5 per cento sui tributi locali, a partire dall’Imu, per chi accetta di pagare le tasse con un addebito diretto sul conto corrente bancario o su quello postale. «Sarà un buon metodo soprattutto se visto dal punto di vista della diffusione dei versamenti elettronici» ragiona l’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta
Il premio fedeltà fiscale piace anche all’assessore al Bilancio di Perugia, Cristina Bertinelli: «È una buona idea.

E possiamo sicuramente lavorarci non appena la novità contenuta nella bozza del decreto legislativo per la riforma fiscale, diventerà definitiva. Ci interessa premiare i cittadini che pagano in maniera puntuale le tasse e i tributi locali. Si dice che pagano sempre gli stessi, questa volta per chi paga ci sarà un vantaggio». Sull’argomento si inserisce anche il sindaco di Pescara, Carlo Masci. «Le norme che assegnano ai sindaci la possibilità di intervenire con elasticità sulle sanzioni attraverso sanatorie - ha spiegato il primo cittadino della città adriatica - va nella direzione di assegnare maggiore autonomia e operatività a chi conosce le dinamiche sul territorio». 

Rottamazione cartelle, 4 milioni di lettere. A fine ottobre si versa la prima rata

LE GRANDI METROPOLI

C’è anche chi prende tempo in attesa di vedere come saranno scritte le norme. È il caso di Latina e Viterbo. Ma anche di Roma. «L’assessorato al Bilancio guidato da Silvia Scozzese - fa sapere il Campidoglio - sta lavorando su questioni simili ma per ora il quadro non è ancora definito: non sono state prese decisioni e tuttavia il tema resta all’attenzione». C’è anche la situazione di chi “vorrei ma non posso”. È il caso del comune di Frosinone che, nell’ambito del piano decennale del rientro dal debito, è sottoposto alle indicazioni della Corte dei Conti. «Qualsiasi agevolazione volessimo attuare – spiega l’assessore al Bilancio, Adriano Piacentini – al momento non possiamo farlo. Il piano di rientro dal debito è scaduto e a giorni la Corte dei Conti deve pronunciarsi se rimettere il comune nell’ambito di un’amministrazione ordinaria oppure se ci danno come indicazioni l’accantonamento di fondi di riserva da immettere nel fondo contenzioso». Al Comune di Milano stanno ancora valutanto: «aspettiamo il decreto - frena l’assessore al Bilancio e al Patrimonio, Emmanuel Conte - ma la nostra politica continuerà a disincentivare l’infedeltà tributaria secondo un principio di equità fiscale». 

I CONTRARI

C’è poi in no netto di Firenze a ipotesi di sanatorie e il provvedimento non piace neanche a Sergio Giordani, sindaco di Padova: «Sono contrario ai condoni, mi convince invece un fisco più agevole e forme premiali di sconto per chi è puntale anche tramite la modalità dell’addebito automatico». Anche Mario Conte, sindaco di Treviso è scettico: «I margini di manovra per i sindaci restano comunque limitati, nella volontà e nella fattibilità viste le sempre più crescenti difficoltà da un punto di vista finanziario: questa possibilità che ci viene data rischia di rimanere esclusivamente sulla carta se dovesse ricadere ancora una volta sui bilanci comunali». La ricognizione tra i sindaci disegna comunque un Paese a macchia di leopardo. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA