EssilorLuxottica, nominato commissario in Francia su arbitrato

Leonardo Del Vecchio
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Venerdì 26 Aprile 2019, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 20:37
Frank Gentin, ex presidente del Tribunale del Commercio di Parigi, è stato nominato commissario ad acta per EssilorLuxottica sulla questione specifica dell'arbitrato avanzato dalla Delfin di Leonardo Del Vecchio. È lui il nome scelto per trovare una «terza parte» che decida in un momento di stallo per il cda della multinazionale. Una controversia che dovrà accertare le violazioni all'accordo di governance paritetica sottoscritto in occasione della fusione tra la francese Essilor e l'italiana Luxottica. Secondo quanto si apprende, Gentin era stato indicato come la persona giusta per svolgere questo ruolo dai consiglieri indipendenti di EssilorLuxottica indicati da Delfin. 

La scelta di nominare un commissario segue la decisione dei soci francesi di rivolgersi al tribunale dopo che, Del Vecchio ha depositato un arbitrato presso la Camera di Commercio Internazionale, per accertare quelle che considera violazioni dell'accordo di fusione del socio francese.

La scelta del commissario ad acta è importante, in quanto l'impasse in cda su questo punto rischia di essere lunga, e teoricamente la società entro 30 giorni dalla presentazione della richiesta di arbitrato dovrebbe depositare le sue memorie. Il termine formale scade in queste ore e il nome scelto, secondo diverse fonti finanziarie, assicura equilibrio ed emerge che era stato suggerito dai consiglieri indipendenti di EssilorLuxottica indicati dalla finanziaria della famiglia Del Vecchio. In apparenza un secondo boomerang per i francesi, dopo il primo chiaro stop alla loro strategia di confronto con l'azionista italiano, quando il cda non ha approvato la loro richiesta di allargamento del board ad altri due componenti, elemento che avrebbe cambiato l'equilibrio perfetto nella governance del gigante delle lenti e delle montature per occhiali. Una scelta importante - anche perché l'arbitrato è stato depositato a Ginevra, in una sede quindi più neutra rispetto a Parigi - ma non fondamentale: nulla su questo piano potrà accadere fino all'assemblea di metà maggio, che darà una prima risposta su chi avrà preminenza nel gruppo.

I numeri sono impietosi e la parte francese sta tentando diverse forme di pressione, anche se per ora apparentemente senza risultati. Il fondatore di Luxottica dispone infatti del 31% dei diritti di voto, ai quali si può aggiungere un 2% abbondante di Armani e altri soci italiani. È un terzo del capitale, rispetto al 4% dei manager e dipendenti di Essilor. Del Vecchio ha quindi un terzo dei voti della holding post fusione e quotata con circa il 60% del capitale sul mercato. Quasi impossibile compattare un fronte contrario e la Borsa sembra attendere una soluzione chiara, con il titolo che ha chiuso l'ultima seduta della settimana poco sopra l'equilibrio (+0,28% a 107,85 euro). È qualche giorno che resta piuttosto stabile, dopo che dal 10 aprile ha recuperato circa il 10% dai minimi recenti. 

 
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