Annamaria Furlan (Cisl): «Pronti al dialogo con Confindustria»

Annamaria Furlan (Cisl): «Pronti al dialogo con Confindustria»
di Annamaria Furlan*
3 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Luglio 2020, 07:54
Caro Direttore,
le preoccupazioni espresse ieri dal Presidente di Confindustria (...)
sulle pagine de Il Messaggero sul clima avvelenato che prevale in queste settimane nel Paese devono certamente far riflettere quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e sociali. Dobbiamo respingere tutti insieme con fermezza questa ondata di minacce e di intimidazioni contro chi è impegnato con responsabilità nelle imprese, nel sindacato, nella politica e nella società civile, ma anche in tutti i corpi dello Stato, per cambiare in meglio e profondamente il nostro Paese dopo questa terribile pandemia.

Come è accaduto in altri momenti difficili e di passaggio della nostra storia, c'è chi vuole ostacolare il percorso necessario di riforme economiche e sociali di cui oggi abbiamo enormemente bisogno. C'è chi intende rilanciare la strada del conflitto e delle divisioni sociali e non al contrario sostenere quel patto sociale e quella condivisione così indispensabile per far uscire il Paese dalla più grave crisi economica del dopoguerra. Ha ragione il Presidente Bonomi quando sostiene che nessuna decisione politica sulle materie del lavoro e sulla allocazione delle ingenti risorse europee debba passare senza prima un confronto concreto e costruttivo tra imprese e sindacato.

Anche noi non accetteremo interventi legislativi calati dall'alto sul salario minimo, sulla rappresentanza o sulla riforma degli ammortizzatori, tutte questioni delicate che vanno affrontate con il dialogo ed il giusto consenso delle parti sociali. Per questo, e lo diciamo con chiarezza al Governo Conte, il decreto semplificazione non deve diventare il grimaldello per smantellare le norme che tutelano la legalità, la trasparenza negli appalti, la sicurezza dei lavoratori. Anche noi ci siano mobilitati per primi per fare sbloccare i 130 miliardi di euro fermi da anni per le opere infrastrutturali, per superare tutti i veti ideologici e le incrostazioni culturali che ostacolano lo sviluppo produttivo. Si possono ridurre le autorizzazioni e le stazioni appaltanti, semplificare e digitalizzare le procedure della Pubblica Amministrazione, definire le opere prioritarie. Ma non bisogna aprire ulteriori maglie agli appalti con il massimo ribasso o alla strada dei condoni indiscriminati. Occorre agire con grande senso di equilibrio e di responsabilità, come anche nella sua recente visita a Bergamo ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Al Governo Conte rivolgiamo un appello chiaro e preciso: dopo la giusta fase di ascolto degli Stati Generali dell'Economia, che noi abbiamo apprezzato, è venuto il momento della concretezza degli interventi, fissando insieme gli obiettivi che bisogna raggiungere e su cui ciascuna delle parti, Governo, istituzioni locali, associazioni di imprese e sindacati, devono dare il proprio contributo attivo. Questa è la strada che noi auspichiamo. Le parti sociali hanno in questa fase difficile e complessa un ruolo fondamentale che devono esercitare in grande autonomia dalla politica e dalle ideologie. Ecco perché alla Confindustria del neo presidente Bonomi rispondiamo: incontriamoci nei prossimi giorni, per una verifica sugli impegni reciproci assunti nei mesi scorsi nel Patto per la Fabbrica. Ripartiamo da lì. Anche la Cisl è pronta a discutere di obiettivi di produttività, qualità, formazione permanente, welfare integrativo, smart woorking, una migliore conciliazione tra lavoro e cura della famiglia.

E' quello che stanno facendo già alcune importanti categorie, siglando i nuovi rinnovi contrattuali, mentre altre si apprestano a farlo nelle prossime settimane. Bisogna agevolare questo percorso, chiedendo al Governo di detassare gli aumenti salariali nazionali, aziendali e territoriali. Condividiamo l'appello di Bonomi: non è il momento dell'antagonismo. Oggi è indispensabile imboccare con responsabilità la strada della partecipazione, della democrazia economica, della condivisione tra imprese e lavoratori dei progetti di investimento aziendali. E bisogna affrontare anche il nodo del divario crescente in questi anni tra Nord e Sud, investire nella sanità pubblica, utilizzando per questo i fondi del Mes, puntare ad una riforma fiscale capace di sollevare i salari, le pensioni ed i consumi. Dobbiamo realizzare insieme un grande piano di modernizzazione, di nuova politica industriale e di innovazione tecnologica e digitale che ci permetta di rilanciare il ruolo del nostro Paese nel quadro della costruzione degli Stati Uniti d'Europa. Questa è oggi la nostra missione, senza logiche di vecchi scambi o posizioni che appartengono al passato.

*Segretaria Generale Cisl
© RIPRODUZIONE RISERVATA