Nell’obiettivo di decarbonizzare l’economia e la vita quotidiana, la parola elettricità – e quindi elettrificazione – assume un ruolo centrale. L’elettrificazione ci impone di ripensare il modo in cui riforniamo le nostre auto, riscaldiamo le nostre case, o cuciniamo i nostri alimenti e alimentiamo le nostre industrie. È un obiettivo che riguarda sia i consumi domestici, sia quelli industriali. Fortunatamente, i progressi tecnologici stanno rendendo l’elettricità generata da fonti rinnovabili sempre più conveniente; anzi, in molti casi più conveniente dei combustibili fossili che producono i gas serra responsabili del riscaldamento globale. Allo stesso tempo, la riduzione degli sprechi associata a una maggiore efficienza si traduce in un minor consumo di energia a parità di prestazioni. Tutti i processi energetici a combustione producono intrinsecamente dissipazioni di energia tramite l’espulsione dei fumi caldi, mentre i processi elettrici comportano dispersioni di energia estremamente ridotte, garantendo maggior efficienza energetica di processo. Tutto ciò produce notevoli vantaggi. Innanzitutto, per la salute: città meno inquinate implicano infatti una minore incidenza delle malattie. Complessivamente una migliore sostenibilità ambientale, ma anche sociale (grazie al ruolo attivo delle persone nella gestione dell’energia). L’elettrificazione è anche decisiva sotto l’aspetto economico: per i consumatori comporta risparmi in bolletta; per i fornitori, maggiore efficienza e le riduzioni degli sprechi; per il tessuto produttivo nazionale, creazione di grandi margini di crescita per le filiere locali. I vantaggi dell’elettrificazione sono evidenti anche e soprattutto nelle nostre case, come dimostra uno studio di Agici, realizzato per Enel, dedicato proprio ai benefici legati all’elettrificazione degli impianti domestici per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria. L’analisi dimostra che sostituendo il 60% degli impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria più inefficienti con sistemi a pompa di calore, si potrebbe generare un beneficio netto economico, ambientale e sociale, compreso tra 95 miliardi di euro in assenza di ulteriori investimenti sulle rinnovabili, e fino a 222 miliardi nel caso in cui le pompe di calore fossero completamente alimentate con fonti rinnovabili. Un altro studio, più recente, realizzato da Fondazione Enel e The European House - Ambrosetti, dimostra che lo sviluppo di filiere industriali europee e italiane in settori strategici per la transizione energetica, quali il fotovoltaico, le batterie e proprio le pompe di calore, contribuirà al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati da Bruxelles, garantendo maggiori livelli di sicurezza energetica e autonomia strategica all’Ue e ai suoi Stati Membri.
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