Manovra, ecco tutti gli aiuti alle famiglie. Ma è ancora poco

Manovra, ecco tutti gli aiuti alle famiglie. Ma è ancora poco
di Luca Cifoni
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Lunedì 8 Gennaio 2018, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 21:16
La famiglia e i possibili modi per sostenerla saranno uno dei temi della campagna elettorale appena iniziata, dopo un 2017 nel quale è proseguito il calo delle nascite. Ma se si guarda in questa ottica alla legge di Bilancio che è appena entrata in vigore, il consuntivo appare quanto meno in chiaroscuro, forse con più ombre che luci. Gli interventi direttamente rivolti alla generalità dei nuclei con figli sono limitati e di impatto modesto: si tratta della proroga per il solo 2018 del cosiddetto bonus bebè e del prudentissimo ritocco della soglia di reddito dei figli che fa perdere le detrazioni Irpef per familiari a carico.

Più significativo è il rifinanziamento del reddito di inclusione, destinato però specificamente alle famiglie in condizione di povertà. Il nodo delle risorse finanziarie, che certo dovrebbero essere ben più consistenti per incidere sulla realtà sociale e demografica, è in realtà solo uno dei fattori che ostacolano un'incisiva politica per le famiglie. Pesa negativamente anche l'assenza di un disegno coerente, da attuare in modo organico nel corso degli anni e verificare ex post in base ai risultati. La logica prevalente è stata finora quella degli interventi una tantum, attuati con procedure diversificate e non orientate all'efficienza.

Anche relativamente a questo aspetto il Rei, se non sarà smontato o lasciato cadere nella prossima legislatura, potrebbe rappresentare l'avvio di un approccio diverso. Mentre il tema del sostegno alle famiglie andrà prevedibilmente ad intrecciarsi con quello della riforma della tassazione Irpef, non affrontato in quest'ultima manovra e nemmeno in quelle degli anni precedenti. Una strada possibile è quella del potenziamento delle attuali detrazioni per carichi familiari applicate all'imposta sul reddito: ma un intervento di questo tipo andrebbe coordinato con la definizione di uno strumento di sostegno universale per le famiglie a reddito basso (pur se non in condizione di povertà) che risultando in tutto o in parte incapienti rispetto all'Irpef possono sfruttare solo limitatamente le detrazioni.

BONUS BEBE'
Vale solo un anno l'assegno per i nuovi nati


Il bonus bebè, che si chiama in realtà assegno di natalità è stato introdotto a partire dal 2015, per tre anni, con l'obiettivo di agevolare i nuclei familiari e contrastare il calo delle nascite. Scadeva dunque nel 2017; con la manovra l'assegno è stato prorogato allo stesso livello precedente, 960 euro l'anno, ma solo per i nati nel 2018 che se lo vedranno riconoscere esclusivamente per il primo anno di vita invece che fino al compimento del terzo. Lo Stato conta di spendere poco più di 400 milioni ipotizzando una platea di 280 mila bambini, ovvero 50 mila in meno rispetto alle stime fatte per l'assegno originario. I requisiti richiesti sono confermati: Isee non superiore 25 mila euro con importo raddoppiato se l'indicatore non supera i 7 mila. 

DETRAZIONI
Piccolo ritocco del tetto che le fa perdere


C'è una norma non troppo conosciuta che penalizza un buon numero di famiglie italiane: si tratta del limite di reddito di 2.840,51 euro l'anno che non deve essere superato dal familiare a carico (tipicamente figlio o coniuge) di un contribuente che usufruisce per lui della detrazione Irpef: altrimenti la detrazione stessa decade. Questa soglia era stata fissata in lire negli anni Novanta e non è mai stata aggiornata nonostante l'inflazione; in questo modo il familiare è scoraggiato a svolgere anche piccoli lavoretti. La legge di Bilancio ha affrontato il nodo ma con una disponibilità finanziaria limitata: la soglia è stata quindi portata a 4 mila euro ma per i soli figli (non il coniuge) di età non superiore a 24 anni. L'impatto per lo Stato è stato quantificato in 119 milioni l'anno.

POVERTA'
Per l'inclusione risorse aumentate fino a tre miliardi

Il reddito di inclusione (Rei) è senza dubbio il primo tentativo compiuto di introdurre in Italia uno strumento generale di contrasto alla povertà. La misura, che consiste in un contributo mensile in denaro ed altre forme di sostegno è destinata ai nuclei con Isee non superiore a 6 mila euro. Il Rei è partito a dicembre con una dotazione potenziale di 1,8 miliardi e l'obiettivo di raggiungere 500 mila famiglie, circa un terzo di quelle in povertà assoluta. La priorità sono i nuclei con figli minori o con disoccupati di età superiore ai 55 anni, l'importo monetario arriva a 485 euro mensili per quelli con almeno 5 componenti. La legge di Bilancio prevede un aumento delle risorse che a regime inclusa una quota di provenienza europea dovrebbero arrivare a sfiorare i 3 miliardi l'anno.

TRASPORTI
Lo sconto sul bus si può estendere anche ai familiari


Con l'obiettivo di favorire il trasporto pubblico è stata ripristinata una agevolazione Irpef (in vigore per poco tempo già alcuni anni fa) che permette di detrarre il 19 % della spesa sostenuta per gli abbonamenti ai servizi di trasporto (autobus e treni) fino ad un massimo di 250 euro. Il beneficio effettivo può arrivare quindi a 48 euro nel caso in cui il contribuente sia l'intestatario dell'abbonamento. Ma c'è una norma collegata che può favorire più direttamente le famiglie: se nell'ambito di accordi aziendali o come forma di benefit è il datore di lavoro a sostenere in tutto o in parte la spesa per l'abbonamento, non solo del dipendente ma anche dei suoi familiari, allora le relative somme non saranno considerate tassabili. Un meccanismo simile a quello utilizzato per i buoni pasto o per gli strumenti del cosiddetto welfare aziendale.

GIOVANI
Per i diciottenni bis del bonus cultura da 500 euro


Il bonus cultura è al suo secondo anno di applicazione e probabilmente il gradimento è destinato a crescere: il cosiddetto bonus cultura per i diciottenni è stato confermato nella legge di Bilancio anche per il 2018 e il 2019. Avranno quindi la possibilità di spendere 500 euro in libri, spettacoli, concerti, ingressi ai musei e altre forme di consumo culturale i ragazzi nati nel 2000 e nel 2001. Per poter sfruttare l'opportunità bisogna registrarsi sull'apposita piattaforma utilizzando le credenziali uniche per la Pa (il cosiddetto Spid). I nati nel 1999 possono farlo fino al prossimo 30 giugno per poi effettuare gli acquisti entro la fine del 2018. Secondo il consuntivo del governo, sono stati poco più di 350 mila i ragazzi del 1998 che hanno aderito all'iniziativa: vuol dire che un diciottenne su tre non si è mostrato comunque interessato. 
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