Dall'Abenomics all'Abecalypse, la lezione per Renzi. Intervista a Carlo Filippini

Dall'Abenomics all'Abecalypse, la lezione per Renzi. Intervista a Carlo Filippini
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 20 Novembre 2014, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 20:43
Dall'Abenomics all'Abecalypse. Il Prodotto interno lordo reale giapponese si è contratto a un tasso annualizzato dell'1,6%, arretrando dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, dopo che nel secondo trimestre aveva fatto registrare un crollo del 7,3%. L'aumento dell'Iva, balzata ad aprile dal 5 all'8%, si è rivelato fatale. Per tentare di risollevarsi il Giappone ora punta alle elezioni anticipate e a un nuovo pacchetto di stimoli all'economia. Secondo Carlo Filippini, esperto di economia giapponese delle Bocconi, non tutto è perduto: «La politica monetaria intrapresa dal premier Abe, che costituisce una delle tre frecce della Abenomics, ha prodotto risultati importanti, nonostante il Nikkei abbia ceduto il 3% in seguito alla notizia delle recessione, dal momento che l'indice di Borsa negli ultimi mesi è balzato da sotto 10mila punti a circa 17mila».



Ma l'aumento dell'Iva introdotto ad aprile ha arrecato tuttavia un duro colpo all'Abenomics, non crede?



Il calo dei consumi che si è registrato nel secondo trimestre in seguito al rialzo dell'Iva all'8% era stato ampiamente previsto, a differenza di quello riscontrato nel terzo trimestre. È molto probabile a questo punto che il nuovo rialzo dell'Iva al 10% che dovrebbe scattare il prossimo ottobre verrà fatto slittare in avanti di qualche mese. Del resto la politica fiscale di Shinzo Abe si muove su un sentiero molto stretto: da un lato deve aumentare il gettito fiscale per ridurre debito pubblico e deficit, mentre dall'altro punta a stimolare i consumi. Trovare il modo di soddisfare queste due esigenze contrapposte è tutto fuorché semplice.



Finora che impatto ha avuto invece la “terza freccia” dell'Abenomics, ovvero quella delle riforme strutturali?



Ecco, se oggi l'Abenomics risulta in pericolo è soprattutto per via dell'eccesso di timidezza con cui il governo giapponese ha affrontato le riforme strutturali. Sono davvero poche quelle che sono state portate a termine fin qui e questo è il risultato.



La recessione del Giappone rischia di pesare sulla crescita dell'economia globale?



Il Paese del Sol Levante è in una fase di rallentamento che dura da ormai oltre vent'anni perciò io non mi preoccuperei più di tanto al riguardo. Il sostegno del Giappone alla crescita dell'economia globale non è da ritenersi determinante.



La Renzinomics s'ispira in parte all'Abenomics. In che misura il passo falso del Giappone deve preoccupare il premier Matteo Renzi?



Tra il Giappone e l'Italia esistono senz'altro delle similitudini, una di queste è legata al debito pubblico, sebbene il Belpaese sia decisamente più esposto a manovre di tipo speculativo rispetto al Paese asiatico per via del fatto che buona parte del debito pubblico tricolore è in mano a investitori esteri. Dal punto di vista della politica fiscale, il governo guidato da Matteo Renzi ha operato delle scelte che ricordano per certi versi quelle fatte dal premier Abe, ma a differenza del Giappone l'Italia ha uno spazio di manovra esiguo a causa del Fiscal Compact.



Quindi?



Quindi Renzi farebbe bene a concentrarsi sulle riforme strutturali. Vanno portate a compimento, a costo di utilizzare il bulldozer. Altrimenti la stessa freccia che ora rischia di seppellire l'Abenomics potrebbe rivelarsi fatale anche per la Matteonomics.
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