Anna Guaita
Quest'America
di Anna Guaita

Il caffè dei millennials

Il caffè dei millennials
di Anna Guaita
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Venerdì 19 Luglio 2019, 02:13
NEW YORK – Tutta colpa del caffè? A sentire vari esperti di investimenti e consulenti finanziari, i giovani oggi dovrebbero bere meno caffè. Questo li aiuterebbe e risparmiare, e a uscire dai debiti. Prendersela con i Millennials – la generazione compresa fra i 23 e i 38 anni d’età – perché spendono troppo in frappuccini è diventato un ritornello.


Devo ammettere che quasi quasi ci cascavo. Considerati i prezzi elevati di queste bevande, ho fatto un veloce calcolo e ho visto che effettivamente si potrebbero risparmiare un centinaio di dollari al mese, magari facendosi il caffè a casa.


Poi ho ricordato una teoria economica che negli Usa fu lanciata nel 2001 da Leonard Lauder, presidente della omonima società di prodotti di bellezza. E cioé: quando ci si trova in situazioni di economia instabile, i consumatori tendono a spendere per prodotti di lusso piccoli e relativamente economici, come terapia consolatoria. Si chiama “la teoria del rossetto”. Numeri alla mano è stato provato che se si intravedono chiari di luna, le donne non aquisteranno abiti firmati, ma compreranno rossetti di qualità. E’ un modo di concedersi una piccola gioia, senza correre rischi finanziari.


La teoria si può applicare anche ai frappuccini e ai giovani, perché se è vero che l’economia sembra entrata in una nuova età dell’oro, nella realtà i giovani – soprattutto i millennials – non se la passano granché bene. Intanto escono dalle università oberati dai debiti per aver dovuto prendere prestiti in banca per pagarsi le tasse, il vitto e l’alloggio. Poi si trovano con un mercato degli affitti a prezzi stratosferici, e cn costi per i trasporti a livelli molto alti. Aggiungeteci che se è vero che il mercato del lavoro negli Usa è florido, è anche vero che la precarietà è diventata la regola e gli stipendi non crescono. Fate un frullato di tutto ciò e capirete che è proprio una cattiveria pretendere che questi ragazzi rinuncino al piacere di bersi un frappuccino per risparmiare cento dollari al mese.


Mi sembra che i soloni che fanno queste prediche abbiano adottato la strategia di dare la colpa alle vittime stesse, togliendo ogni colpa alla società. Ma la verità è che se i millennials non godono degli stessi vantaggi dei loro genitori, i baby-boomers, non è per colpa loro. Fargli la lezione morale sullo “spreco” di quei cinque dollari per una piccola gioia, è davvero spropositato. Per dirla con Bernie Sanders: “I ricchi esperti svergognano i millennials perché comprano caffè. Ma i giovani sono al verde perché annegano nei debiti e guadagnano stipendi bassi”.  


Questo non vuol dire che io non li critichi per la scelta dei frappuccini. Ma la mia è una critica diversa, dovuta solo al fatto che trovo quei beveroni dolcissimi imbevibili. Ma tutti i gusti son gusti.




 

 

 

 

 

 
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